Dear brothers and sisters,
the Lord give you peace!
I would like to extend a warm greeting to all the religious and civil authorities present at this event.
Cari fratelli,
il Vangelo appena proclamato racconta un incontro sorprendente che tre donne fanno QUI, all’alba del primo giorno dopo il sabato. Erano entrate in uno dei cimiteri di Gerusalemme per venerare un morto, e invece si imbattono nell’annuncio di una vita perenne. La pietra rotolata via è il segno che la potenza della morte — rappresentata dal sepolcro ben sigillato — è stata ormai per sempre spezzata e vinta.
Il segno è accompagnato da un annuncio: «So che cercate Gesù, il Crocifisso; non è qui. È risorto!» (vv. 5-6). L’angelo non si limita ad affermare che il Cristo è risorto, ma richiama l’attenzione sulla croce: la risurrezione è la vittoria della croce e ne svela il senso positivo e salvifico.
La via dell’amore percorsa da Gesù, la via della donazione totale, non è dunque vana. Contrariamente al giudizio degli uomini, essa è la via che conduce alla vita e costruisce un mondo nuovo. La risurrezione è un nuovo giudizio sulla croce, su ogni croce: non luogo di fallimento e di sconfitta, ma luogo dell’amore che arriva fino al dono della vita.
Nelle donne è raffigurato il volto del discepolo di ogni tempo. Il discepolo di Cristo è colui che, di buon mattino, si mette in cammino, cerca il Signore, e viene raggiunto dall’annuncio che ha cambiato la storia. È colui che crede a questo annuncio, che riconosce i segni della Risurrezione dentro tutti i cimiteri dell’esistenza umana.
Nelle donne è raffigurato anche il volto del discepolo missionario: «Andate». Il discepolo è colui che riceve il mandato di annunciare questa buona notizia: «Andate, dite che egli vi precede!» Un annuncio da vivere anzitutto, e da seminare nelle tante tenebre della vita.
Cari fratelli, chiediamo la grazia di riconoscere sempre i segni della Sua Risurrezione nella nostra vita, e la grazia di annunciarlo con gioia e fedeltà.