Carissime sorelle, carissimi fratelli,
Il Signore vi dia pace!
1. La celebrazione del Transito della beata Vergine Maria è ricca e suggestiva e mentre ci fa ripercorrere come tappe di un pellegrinaggio i misteri della vita di Maria ci permette di comprendere anche il senso profondo di quel pellegrinaggio che è la nostra vita.
Nelle letture ascoltate durante la prima parte della veglia abbiamo potuto contemplare anzitutto la vita di Maria, a partire dall’incontro con l’angelo a Nazareth. È un quadro che ci rivela contemporaneamente la sua chiamata alla divina maternità e il suo essere totalmente e per sempre avvolta dall’amore di Dio.
2. I brani che abbiamo ascoltato ci hanno aiutato a comprendere che la vita di Maria, poiché è relativa alla vita del suo divin figlio Gesù, è tutta orientata alla Pasqua di quel Figlio. Maria lo accoglie nel suo grembo, Maria lo dà alla luce, Maria lo custodisce e accompagna nell’esilio, Maria si fa sua discepola, Maria lo segue fin sotto la croce, Maria accompagna in preghiera la Chiesa nascente.
Così dev’essere anche la nostra vita: totalmente in relazione con Gesù, aperti ad accoglierlo e pronti a seguirlo, capaci di stare con Maria sotto la croce e capaci di collocarci nel cuore del mistero pasquale come membra vive e oranti della Chiesa.
La nostra vita ha un senso, come quella di Maria, nella misura in cui è in relazione con Gesù e nella misura in cui è protesa alla Pasqua.
3. Nelle letture ascoltate nella seconda parte della veglia abbiamo invece gustato, attraverso il linguaggio poetico dell’apocrifo, la narrazione della morte di Maria e la sua partecipazione piena alla Pasqua del suo Figlio Gesù, in un contesto che è quello della Chiesa nascente. L’apocrifo ci ha fatto contemplare prima l’addormentarsi di Maria nel mistero della morte e la cura amorevole con cui Gesù Risorto affida all’arcangelo Michele l’anima luminosa della Madre. Poi la scena in cui gli apostoli e tre vergini si prendono cura del corpo di Maria e accompagnano Maria verso il luogo della sepoltura cantando un Salmo pasquale. Infine, dopo una veglia di tre giorni, che richiama i tre giorni di permanenza di Gesù nel Sepolcro, anche il corpo di Maria viene portato dagli angeli e dagli arcangeli a Oriente, nel paradiso e deposto sotto l’albero della vita perché l’anima si ricongiunga al corpo e la partecipazione di Maria alla Pasqua del suo figlio Gesù sia piena, completa, coinvolga tutta la sua persona.
4. Questa seconda parte della veglia ci ha fatto contemplare con un linguaggio poetico ciò che Maria ha vissuto e ciò che anche noi un giorno vivremo. Anche noi siamo fatti per partecipare pienamente alla Pasqua di Gesù. Anche la nostra persona vivrà l’ora della morte come un momento di distacco ma al tempo stesso come un momento nel quale Gesù affida amorevolmente la nostra anima ai suoi angeli perché la custodiscano in attesa che tutta la nostra persona faccia esperienza di risurrezione, in paradiso, ai piedi dell’albero della vita, ricongiungendo felicemente l’anima al corpo nel giorno della nostra risurrezione.
5. Ecco perché questa solennità è tanto bella e consolante per ognuno di noi, perché ci indica il senso e la meta del pellegrinaggio che è la nostra vita, proprio come ci suggerisce l’orazione di questa solennità: “Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’immacolata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. Per Cristo nostro Signore”.
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Dear Brothers and Sisters, May the Lord give you His peace!