Gen 11,1-9; Sal 32 (33); Es 19,3-8a.16-20b; Sal 102 (103); Ez 37,1-14; Sal 50 (51); Gl 3,1-5; Sal 103 (104); Rm 8,22-27; Gv 7, 37-39
il Signore vi dia Pace!
Siamo riuniti insieme nella vigilia di Pentecoste per invocare il dono dello Spirito Santo.
Nel vangelo di Giovanni abbiamo sentito Gesù dirci: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva» (Gv 7,37-38). Subito dopo l’evangelista ci ha chiarito che Gesù stava parlando del dono dello Spirito che avrebbero ricevuto quelli che credono in Lui.
È precisamente di quest’acqua viva che ognuno di noi ha bisogno. Ne ha bisogno il mondo intero, ne ha continuamente bisogno la Chiesa.
Noi comprendiamo allora che senza il dono dello Spirito siamo e rimaniamo chiusi dentro un mondo e una storia che sembrano dominati dall’incomprensione, dal conflitto e dalla morte, un mondo senza speranza e senza futuro. Invece con il dono dello Spirito tutto è possibile: vivere in modo autentico, comunicare e fare esperienza di comunione, amare fino a donare noi stessi, testimoniare senza paura, sentirci parte di un creato voluto da Dio e chiamato a partecipare alla redenzione realizzata nella Pasqua di Gesù.
Chiediamo il dono dello Spirito per la Chiesa perché possa essere nel mondo “il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano” (LG 1), come ci ha insegnato il Concilio Vaticano II.
Chiediamo il dono dello Spirito per questa Città e per questa Terra e per i popoli che la abitano, che hanno Abramo per padre e hanno bisogno di attingere al dono dello Spirito per ritrovare la propria autentica vocazione nel piano di Dio e progredire sempre nell’amore del suo nome verso la pienezza della sua conoscenza.