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Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno - Love and truth will meet together, justice and peace will kiss each other

Getsemani Messa in riparazione - Gethsemane Mass of Reparation

2020-12-06


Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8

  1. Beatitudine, Eccellenza,

Carissime sorelle, carissimi fratelli,

il Signore vi dia pace!

Siamo riuniti insieme per questa Messa in riparazione dell’atto di vandalismo che ha profanato questo luogo santo due giorni fa, proprio mentre Sua Beatitudine faceva il suo ingresso solenne al Santo Sepolcro come nuovo Patriarca di Gerusalemme dei Latini.

È un atto riprovevole, che ha lasciato tutti noi ancora una volta sorpresi e rattristati, perché ha colpito un luogo santo, un luogo di preghiera, un luogo di alto valore simbolico per tutti i cristiani.

È anche un atto che non va enfatizzato perché suppongo che chi compie questi gesti lo faccia proprio per avere un po’ di risonanza, di fama ingiustamente guadagnata, operando il male anziché il bene.

È un atto di cui sul piano della giustizia e della sicurezza si devono occupare le forze dell’ordine, le autorità civili e il potere giudiziario, per evitare che atti del genere si ripetano, per evitare che si riaprano ferite, per evitare anche strumentalizzazioni da parte di chi è nemico della pace e della convivenza tra i popoli e tra i credenti di diverse religioni.

È un atto al quale noi non possiamo reagire secondo lo spirito del mondo ma secondo lo spirito del Vangelo che ci insegna a riparare attingendo al dono di sé fatto da Gesù una volta per sempre, quando ha donato se stesso sulla Croce, vittima di riconciliazione per demolire il muro dell’inimicizia che separa i popoli e le persone.

  1. La stessa Parola di Dio ci viene incontro questa domenica con parole di consolazione da parte del Signore; ci parla della Sua pazienza e ci invita ad aprire strade all’incontro lì dove sembra che ci siano solo ostacoli da superare e il deserto da attraversare. È proprio la Parola di Dio che ci invita a rimuovere gli ostacoli che impediscono di aprire il cuore all’incontro con il Cristo ma anche all’incontro fraterno tra di noi.
  1. Non possiamo dimenticare che questo luogo, il Getsemani è stato ed è anzitutto un luogo di preghiera.

Qui Gesù veniva normalmente a pregare. Forse perché da qui vedeva “la casa del Padre Suo”, forse perché questo luogo gli ricordava che tutto il creato è tempio di Dio, forse perché pregare tra gli ulivi gli riempiva il cuore di sentimenti di riconciliazione e di pace.

La nostra preghiera di riparazione quest’oggi e in questo luogo ha perciò lo scopo di portarci alla riconciliazione, perché attinge al dono di sé fatto da Gesù con infinito amore sul Calvario. Dono di sé al quale Lui si è preparato proprio in questo luogo, pregando su questa roccia per fare propria la volontà del Padre, che è volontà di bene, di salvezza e riconciliazione per tutta l’umanità.

  1. Questo luogo però – ce lo ricordano i racconti evangelici della passione – è anche un luogo di violenza. Qui Gesù è stato arrestato come fosse un malfattore. Qui Simon Pietro ha messo mano alla spada e staccato un orecchio a uno degli aggressori. Gesù ha esplicitamente disapprovato questa reazione guarendo il ferito e riattaccandogli l’orecchio, e poi ha rimproverato Pietro, lasciandoci un insegnamento fondamentale: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno» (Mt 26,52). In questo luogo Gesù ci insegna che non deve esserci spazio per la violenza dentro il nostro cuore, non deve esserci spazio per sentimenti di vendetta, non deve esserci spazio per nessuna forma di rancore, anche quando siamo noi a subire violenza.
  1. Questo vale anche per noi oggi. Ce lo ha ricordato recentemente papa Francesco nella sua ultima enciclica, dove pure cita questo versetto del Vangelo per invitarci ad avere un cuore disarmato. E dove pure ci richiama il valore del perdono. Permettetemi una citazione un po’ lunga ma oltremodo significativa: “Diciamo che quando c’è qualcosa che in nessun modo può essere negato, relativizzato o dissimulato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando c’è qualcosa che mai dev’essere tollerato, giustificato o scusato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando c’è qualcosa che per nessuna ragione dobbiamo permetterci di dimenticare, tuttavia, possiamo perdonare. Il perdono libero e sincero è una grandezza che riflette l’immensità del perdono divino. Se il perdono è gratuito, allora si può perdonare anche a chi stenta a pentirsi ed è incapace di chiedere perdono.

Quanti perdonano davvero non dimenticano, ma rinunciano ad essere dominati dalla stessa forza distruttiva che ha fatto loro del male. Spezzano il circolo vizioso, frenano l’avanzare delle forze della distruzione. Decidono di non continuare a inoculare nella società l’energia della vendetta, che prima o poi finisce per ricadere ancora una volta su loro stessi” (Fratelli tutti 250-251). Celebrando questa Messa di riparazione noi vogliamo frenare l’avanzare delle forze della distruzione che già tanto male e tanta violenza hanno portato ai popoli, ai fedeli, alle persone che vivono in questa Terra Santa e nel mondo intero.

  1. Questo luogo, il Getsemani, e in particolare questa Basilica è anche un luogo di riconciliazione e vogliamo che continui ad essere un luogo di riconciliazione. Si chiama Basilica delle Nazioni perché le nazioni che durante la Prima Guerra Mondiale si erano combattute sanguinosamente, terminata la guerra, contribuirono insieme alla costruzione dell’attuale basilica sulle rovine bizantine e medievali. È quindi un luogo che ci ricorda sia la tragedia dello scontro, dell’inimicizia e della guerra sia la possibilità della riconciliazione.
  1. Concludo sottolineando nuovamente ciò che ho già detto poc’anzi. In questa Messa di riparazione noi vogliamo attingere alla grazia di consolazione, di riconciliazione e di perdono che è contenuta nella Parola di Gesù, nella sua preghiera, nel dono di sé che Lui ha fatto. Non vogliamo che l’atto di una singola persona turbi o incrini il desiderio che come cristiani e francescani portiamo nel cuore, che è il desiderio di essere fratelli di tutti e di poter tutti accogliere in modo fraterno. Certo, desideriamo anche, come abbiamo pregato nel Salmo che amore e verità s’incontrino, e che giustizia e pace si bacino (cfr. Sal 84) proprio per evitare che atti di questo genere si ripetano innescando pericolosi circoli di violenza. E mentre attendiamo che la giustizia si affacci dal cielo speriamo che essa trovi spazio anche sulla terra.

Preghiamo perché lo Spirito del Signore possa penetrare nel cuore di ogni persona e di ogni credente e disarmarlo, liberandolo da ogni forma di rancore, odio, inimicizia, desiderio di vendetta.

Signore Gesù Cristo, che su questa roccia hai sudato sangue per disporti a donare la vita per riconciliare l’umanità intera, donaci la grazia di attingere alla tua infinita capacità di perdonare, perché possiamo anche noi diventare strumenti di pace e di riconciliazione. Così sia.

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Gethsemane Mass of Reparation

6th December 2020 -

Love and truth will meet together,
justice and peace will kiss each other

Is 40: 1-5.9-11; Ps 84; 2Pt 3.8-14; Mk 1.1-8

  1. Beatitude, Excellency,

Dear brothers and sisters,

May the Lord give you peace!

We are gathered together for this Mass in reparation for the act of vandalism that profaned this Holy Place two days ago, just as His Beatitude was making his Solemn Entry into the Holy Sepulchre as the new Patriarch of Jerusalem of the Latins.

It is a reprehensible act, which has left all of us once again surprised and saddened, because it has struck a Holy Place, a place of prayer, a place of high symbolic value for all Christians.

It is also an act that should not be emphasized because I suppose that those who perform these gestures do so precisely to have some resonance, of unjustly earned fame, doing evil rather than good.

It is an act that the police, civil authorities and the judiciary must deal with on the level of justice and security, to prevent such acts from being repeated, to prevent wounds from reopening, to also avoid exploitation by part of those who are enemies of peace and coexistence among peoples and among believers of different religions.

It is an act to which we cannot react to according to the spirit of the world but according to the spirit of the Gospel that teaches us to make reparation by drawing on the gift of self made by Jesus once and for all, when He gave Himself on the Cross, victim of reconciliation in order to demolish the wall of enmity that separates peoples and persons.

 

  1. The very Word of God comes to meet us this Sunday with words of consolation from the Lord; He speaks to us of His patience and invites us to open roads for the encounter where it seems that there are only obstacles to overcome and the desert to cross. It is precisely the Word of God that invites us to remove the obstacles that prevent us from opening our hearts to the encounter with Christ but also to the fraternal encounter among ourselves.

 

  1. We cannot forget that this place, Gethsemane was and is above all a place of prayer.

Here Jesus often came to pray. Perhaps because from here He saw "His Father's house", perhaps because this place reminded Him that all creation is a temple of God, perhaps because praying among the olive trees filled His heart with feelings of reconciliation and peace.

Our prayer of reparation to-day and in this place therefore has the purpose of bringing us to reconciliation, because it draws on the gift of self, made by Jesus, with infinite love on Calvary. Jesus made a gift of Himself for which He prepared Himself precisely in this place, praying on this rock to make the will of the Father His own, which is the will of good, salvation and reconciliation for all humanity.

 

  1. This place, however - the Gospel accounts of the Passion remind us - is also a place of violence. Here Jesus was arrested as if He were a criminal. Here Simon Peter put his hand on the sword and cut off the ear of one of the attackers. Jesus explicitly disapproved of this reaction by healing the wounded man and reattaching his ear, and then reprimanded Peter, leaving us a fundamental teaching: "Put your sword back in its place, for all who take the sword will die by the sword" (Mt 26, 52). In this place Jesus teaches us that there must be no room for violence inside our hearts, there must be no room for feelings of revenge, there must be no room for any form of rancor, even when we are the ones who suffer violence.

 

  1. This also applies to us to-day. Pope Francis recently reminded us of this in his latest encyclical: Fratelli Tutti, where he also quotes this verse of the Gospel to invite us to have a conciliatory heart. And a recall to the value of forgiveness. Allow me a somewhat long but extremely significant quote: "in the face of a reality that can in no way be denied, relativized or concealed, forgiveness is still possible. In the face of an action that can never be tolerated, justified or excused, we can still forgive. In the face of something that cannot be forgotten for any reason, we can still forgive. Free and heartfelt forgiveness is something noble, a reflection of God’s own infinite ability to forgive. If forgiveness is gratuitous, then it can be shown even to someone who resists repentance and is unable to beg pardon.

Those who truly forgive do not forget. Instead, they choose not to yield to the same destructive force that caused them so much suffering. They break the vicious circle; they halt the advance of the forces of destruction. They choose not to spread in society the spirit of revenge that will sooner or later return to take its toll” (Brothers all 250-251). By celebrating this Mass of reparation, we want to curb the advance of the forces of destruction that have already caused so much evil and violence to the peoples, the faithful, the people who live in this Holy Land and in the whole world.

 

  1. This place, Gethsemane, and in particular this Basilica is also a place of reconciliation and we want it to continue to be a place of reconciliation. It is called the Basilica of All Nations because the nations that during the First World War had fought each other, shedding so much blood, once the war ended, together contributed to the construction of this current basilica on the Byzantine and mediaeval ruins. It is therefore a place that reminds us of both the tragedy of confrontation, enmity and war and moreover, the possibility of reconciliation.
  2. I conclude by underlining again what I have already said a moment ago. In this Mass of reparation we want to draw on the grace of consolation, reconciliation and forgiveness that is contained in the Word of Jesus, in His prayer, in the gift of Himself that He made for us. We do not want the act of a single person to disturb or undermine the desire that as Christians and Franciscans we carry in our hearts, which is the desire to be brothers and sisters to all and to be able to welcome everyone in a fraternal way. Of course, we also wish, as we prayed in the Psalm, that love and truth meet, and that justice and peace come together (cf. Ps 84) precisely to prevent acts of this kind from happening again, triggering dangerous circles of violence. So, while we wait for justice to appear from heaven, we hope that it will also find space here on earth.

Let us pray that the Spirit of the Lord may penetrate the heart of every person and every believer and disarm him, freeing him from all forms of resentment, hatred, enmity, desire for revenge.

O Lord Jesus Christ, who sweated blood on this very rock who was willing to give Your life to reconcile all of humanity, grant us the grace to draw on Your infinite capacity to forgive, so that we too can become instruments of peace and reconciliation. Amen.

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