Una nuova équipe di specialisti in soccorso alla grotta dell’Annunciazione | Custodia Terrae Sanctae

Una nuova équipe di specialisti in soccorso alla grotta dell’Annunciazione

Da vari anni a Nazareth, francescani e specialisti si danno da fare per risolvere il problema spinoso dello sgretolamento nella grotta di Nazareth. Luogo di devozione fin dalla prima epoca cristiana, questa grotta in calcare tante volte accarezzata e toccata dai pellegrini, ha subìto pesanti trasformazioni del suo equilibrio chimico. La necessità di un intervento urgente, secondo le parole di Fra P. Kaswalder, che segue il cantiere, è dovuta al fatto che: « In un anno, la grotta si è ritirata di cinque cm e, a questa velocità, tra cinquant’anni non esisterà più!».

Come per tutte le cavità rocciose, l’eco-sistema della grotta di Nazareth si basa sulla temperatura, la situazione igrometrica (misurazione umidità contenuta nell’aria) e le emissioni di gas. I diversi specialisti succedutisi sono concordi che lo sgretolamento della grotta è dovuto a un sovraccarico di umidità causato sia da un fattore esterno sia da uno interno.

Il fattore esterno è causato dalla sudorazione e dalle esalazioni dei pellegrini, che provocano l’umidità satura di acido carbonico che intacca il calcare delle pareti, distruggendole in modo irreversibile.
Per questo motivo, nel 2006, la grotta è stata chiusa da una grata di ferro e, per la stessa ragione, il sistema d’illuminazione è stato modificato adottando luci fredde. Ma, nonostante le innumerevoli riparazioni, puliture e rivestimenti palliativi della roccia: «Le tracce di umidità ritornano insistentemente, anche se nemmeno una goccia di pioggia penetra in questa grotta », spiega fra P. Kaswalder.

Per risolvere i problemi di cause interne e geologiche del fenomeno, i frati della Custodia, hanno affidato un incarico di consulenza alla Società ACCO Solutions di Bolzano (Italia), esperta in deumidificazione. La Società ha prodotto un primo studio per documentare il fenomeno di risalita dell’umidità per effetto di capillarità. Concretamente, significa che in alcuni punti, più o meno profondi nel sottosuolo della grotta, parte dell’acqua non viene evacuata, generando « un’umidità ascensionale ». Avendo già studiato il problema di numerose ville, musei, castelli e chiese come la prestigiosa Basilica di Santa Maria della Salute di Venezia, la società ACCO Solutions ha proposto alla Custodia una serie di lavori per creare una barriera orizzontale, persistente ed efficace, che impedirà all’acqua di penetrare nella struttura della parete.

Uno staff composto da architetti, geologi, restauratori e specialisti in umidità ha iniziato i lavori qualche mese fa. In seguito, come spiega Fra Sinisha – sagrestano della Basilica – elettrodi e sensori sono stati inseriti in delle piccole fenditure che, durante la giornata, rilevano presenza e spostamenti dell’umidità. Così, evitando un intervento distruttivo, gli specialisti garantiscono di scoprire l’origine del fenomeno per poi bonificarlo: « un vero miracolo in cui non si credeva più», dichiara Fra P. Kaswalder. Al contempo, per un fenomeno elettrico e fisico, questi elettrodi collegati a una piccola centrale elettrica combattono letteralmente la potenza naturale dell’acqua. L’insieme funziona come una pila, in cui il sottosuolo rappresenta l’anodo (polo +) e le pareti della grotta, il catodo (polo -). Poiché l’acqua si sposta sempre dal polo positivo verso il polo negativo, le scariche elettriche invertiranno questo flusso.

Se l’esperienza e la discrezione degli specialisti hanno convinto i frati, ciò che li ha maggiormente colpiti è stata la proposta di aiutare la Custodia nella ricerca di finanziamento per l’esecuzione dei lavori. Molti partner religiosi, privati e pubblici sono stati già trovati in Italia. Tanti segni positivi di buona volontà che permettono di pensare all’avvenire della grotta con più serenità, anche se i frati sono consapevoli dell’irreversibilità delle degradazioni già avvenute.
Fra Bruno, Guardiano della Basilica di Nazareth, in un’intervista recente ha affermato: « gli specialisti possono solo prometterci di riuscire a stabilizzare l’ecosistema, salvando ciò che resta della parte viva della grotta».
Tra qualche mese si potranno misurare i risultati dei lavori e i francescani – che custodiscono questo luogo santo dal 1620 – sapranno se l’opera distruttrice dell’umidità potrà essere arrestata.

E. R.