A scuola di pace | Custodia Terrae Sanctae

A scuola di pace

Anche la pace puo’ essere insegnata. Nella scuola copta di Beit Hanina, nella periferia di Gerusalemme, un incontro dedicato ai piu’ giovani, con protagoniste tre scuole e 12 ONG. E alcuni israeliani e palestinesi che hanno scelto di “combattere” per la pace. E di incontrarsi tra loro, per conoscersi e capire.

MARTA BERARDI
Insegnante
“Sono le scuole che vogliono portare la pace in senso proattivo. Significa essere attivi, quindi ci sono tre scuole in Israele e nella West Bank, in queste scuole viene insegnato per tutto l’anno quali sono le cause del conflitto e una cultura della pace”.

Conoscere e’ fondamentale per trovare soluzioni pacifiche. E non bisogna aspettare ancora. Anche quando la conoscenza e’ dolorosa, a volte. Lo spuo’ spiegare meglio Suleiman, che dopo 10 anni passati in un carcere israeliano e’ tra i piu’ attivi sostenitori della non violenza.

SULEIMAN EL KHATIB
Combattenti per la pace
“Sono stato messo in carcere da quando avevo 14 anni. Prima ero un combattente. Sono uscito quando avevo 24 anni. E sono da molti anni uno dei fondatori di Combattenti per la Pace, un’organizzazione composta sia da Palestinesi che da Israeliani. Tutti e due desiderano la pace e la liberta’ sia per Israele che per la Palestina. E’ una lunga strada, lo so, bisogna studiare, legggere molto sul conflitto e su quello che e’ successo”.

E soprattutto partire dalle nuove generazioni, per insegnare i valori della pace e della non violenza. Ne e’ convinto Lerry Lester, attivista dell’associazione. Mentre spiega ai bambini curiosi questo conflitto ingiusto che tormenta una terra contesa da tutti, non rinuncia a trasmettere quello che ha imparato incontrando le persone, soprattutto palestinesi, mosse da un sincero desiderio di porre fine a questo ingiusto conflitto.

LARRY LESTER
Combattenti per la pace
“Gli israeliani e i palestinesi vogliono porre fine all’occupazione in modo non violento. Perche’ vogliamo dirlo ai bambini? Perche’ crediamo che possiamo influenzare piu’ facilmente i bambini che gli adulti che sono duri di cuore”.

Nascoste ai grandi e rivelate ai piccoli. Il Vangelo di Matteo sembra in qualche modo ispirare il lavoro con questi ragazzi che diventeranno la futura classe dirigente del Paese. In giro per i corridoi a fare domande, a sentire opinioni, per diventare, gia’ da ora, piu’ responsabili.

MARTA BERARDI
Insegnante
“Facciamo qualcosa per gli studenti. Loro sono il futuro, questi studenti saranno il futuro di questa terra”.


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