Le Clarisse inaugurano con il Custode l’VIII centenario di fondazione dell’Ordine | Custodia Terrae Sanctae

Le Clarisse inaugurano con il Custode l’VIII centenario di fondazione dell’Ordine

Gerusalemme, 18 aprile 2011

Chiara d’Assisi aveva circa diciotto anni il 28 marzo del 1211. La notte in cui decise di abbandonare di nascosto la casa dei genitori per dedicare la sua vita a Dio, raggiungendo Francesco alla Porziuncola, era quella che dalla Domenica delle Palme segnava l’inizio della Settimana Santa. La fuga della giovane segnava invece l’inizio di una storia che dura ancora oggi.

Le Clarisse di Gerusalemme, questa mattina, hanno celebrato insieme ai frati della Custodia gli ottocento anni passati da quel giorno, aprendo con una Messa presieduta dal Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, l’VIII Centenario di fondazione dell’Ordine. Ad aprire la processione verso la chiesa del monastero – tra le mani della madre badessa, suor Cristiana – c’era la reliquia della Santa, mentre altre sorelle sorreggevano i fiori e la sua icona.

Poco prima, dando il benvenuto ai fedeli raccolti nella cornice del giardino del monastero – tra la pace degli alti alberi e la splendida vista sulla Città Santa attenuata dalla foschia del mattino – suor Letizia ha ricordato prima di ogni cosa l’importanza del gesto della giovane donna di Assisi: “Chiara si è giocata tutto, quella notte, per seguire Gesù. Iniziamo la nostra celebrazione qui, guardando Gerusalemme, per sottolineare il legame con il Mistero della Resurrezione”.

Alla badessa, invece, il compito di porgere il saluto alla fine della Messa: “Chiara non poteva sapere ciò che sarebbe nato dal suo gesto, non poteva sapere della lunga storia che ha portato fino a noi, oggi. O forse lo intuiva, lo vedeva, poiché spesso benediceva non solo le sorelle presenti, ma anche quelle che sarebbero seguite. La storia di Dio con l’uomo ha caratteristiche che si ripetono: dall’iniziativa di uno, altri seguono. La fecondità della fede varca i secoli”.

Anche il Custode, nella sua omelia, ha messo l’accento sulla scelta di Chiara: “Non casuale ma provvidenziale, anche per il momento in cui è stata compiuta. Il suo è stato un gesto pasquale, il passaggio a una nuova vita nella pienezza del rapporto con il Signore”.

“Essere a Gerusalemme è una grazia – ha concluso fra Pizzaballa – Vuol dire testimoniare ogni giorno la nostra totale partecipazione alla vita di Cristo”. Essere a Gerusalemme, per le sorelle di Santa Chiara, vuole dire anche aver risposto alla chiamata che proprio i francescani hanno rivolto loro. Il monastero, infatti, fondato a fine Ottocento in questi luoghi, pochi anni fa rischiava la chiusura, ormai abitato da poche e anziane suore. La Custodia, in accordo con il Patriarcato latino, si è dunque adoperata perché questa presenza non venisse meno rivolgendosi alla Federazione umbra dell’Ordine, che nel 2007 ha ridato nuova linfa al monastero con l’invio di sei sorelle, tra cui l’attuale badessa.

E non c’è miglior augurio, per la comunità delle Clarisse, di quello racchiuso nelle parole del loro padre spirituale fra Frédéric Manns: “Come la casa di Lazzaro di cui abbiamo ascoltato nel Vangelo, tutta riempita dal profumo del nardo mentre Maria unge i piedi di Gesù, così dev’essere Gerusalemme, in quest’anno a cui diamo inizio oggi, tutta riempita dal profumo di Chiara”.

Testo di Serena Picariello
Foto di Marco Gavasso