La tomba di Lazzaro a Betania: Non c’è posto per la disperazione | Custodia Terrae Sanctae

La tomba di Lazzaro a Betania: Non c’è posto per la disperazione

Durante questa Quarta Settimana di Quaresima, i frati della Custodia hanno celebrato due pellegrinazioni.
La prima pellegrinazione si è svolta mercoledì pomeriggio a Gerusalemme, presso il Convento della Flagellazione, II stazione della Via Crucis.
Padre Najib Ibrahim, Guardiano del Convento, ha presieduto la Messa.
Padre Vincenzo Lopasso, Professore invitato di esegesi, ha tenuto l’omelia, ponendo l’accento come i profeti hanno saputo prefigurare la Passione di Gesù.
La seconda lettura ha permesso di riscoprire il significato di essere, oggi, servi di Dio, insistendo su due qualità fondamentali: fedeltà e costanza. Ispirandosi al Vangelo padre Lopasso ha dichiarato che: «Anche se non siamo sosia di Cristo, il Vangelo ci invita a guardare, a provare e affrontare la sofferenza, violenta o no. Vivere o condividere la sofferenza diventa così l’occasione di mostrarci coerenti con le nostre convinzioni e darne testimonianza».

Cristo ha vissuto la sofferenza e il dolore, compresi quelli di vedere i suoi amici nella pena e nello sconforto. Quest’aspetto è stato ricordato giovedì mattina a Betania, nella tomba di Lazzaro, durante la seconda pellegrinazione della settimana.
Fra Sergio Galdi, Segretario di Terra Santa, ha avuto il privilegio di celebrare, alle 6,30 del mattino, la Messa nella tomba dell’amico di Gesù.
Nel minuscolo spazio, solo pochi fortunati hanno potuto assistere alla messa celebrata sull’altare portatile, montato per l’occasione. Nella breve omelia fra Sergio ha rimarcato che: «Davanti alla morte, per il cristiano non c’è posto per la disperazione. Sì, possiamo soffrire il dolore della separazione, la nostalgia di momenti vissuti con persone che amiamo, ma nello stesso tempo abbiamo la certezza che un padre, un papà, ci aspetta in Cielo con un progetto d’amore per ognuno di noi».

Durante la messa delle 7, 30 presieduta da fra Dobromir Jaztal, Vicario custodiale, don Luca Grassi ha predicato l’omelia.
Al termine della celebrazione i frati si sono recati in processione verso l’ingresso della Tomba di Lazzaro. Da lì, sarebbero dovuti salire sul Monte degli Olivi, all’edicola dell’Ascensione, situata nella collina di fronte, ma la barriera di sicurezza israeliana chiudeva ermeticamente la strada. Così, invece che percorrere due chilometri, si è dovuto riprendere il pullman e farne una quindicina per raggiungere la cappella. Com’è tradizione, i francescani hanno concluso la mattinata itinerante al Carmelo del Pater Noster.

Mentre gli altri frati ripartivano per Gerusalemme, fra Michael Sarquah e fra Eleazar Wroński rimanevano a Betania dove fra Michael è Guardiano del Santuario. Fra Michael, da sette anni accoglie i gruppi di pellegrini in visita in questo luogo: «È doveroso ammirare il loro desiderio di seguire i passi di Cristo anche quando il cammino diventa difficile … Infatti, Betania è rimasta isolata e bisogna veramente volere arrivare fin qui …».
Secondo fra Marcelo Cichinelli, la presenza costante della Custodia nei luoghi a lei affidati è determinante. In certi periodi, alcuni villaggi come Betania, sono stati letteralmente disertati dai pellegrini, mentre i frati sono rimasti continuando a mantenere non soltanto gli edifici, cosa secondaria, ma soprattutto la memoria degli avvenimenti della vita di Cristo che qui si sono svolti.
È sempre questa memoria di Cristo che viene in primo luogo e che conduce il nostro agire. Non c’è alcun rischio di venire a Betania; solo la scomodità di una deviazione. Anche se rischio e scomodità sono fattori integranti nella pratica del pellegrinaggio. La perseveranza dei frati porta frutto….La prova più clamorosa è il sito del Battesimo di Cristo al Giordano. Infatti, i frati hanno perseverato, recandosi in pellegrinaggio anche quando il luogo era chiuso e, oggi il sito è sempre aperto e visitato da un grande numero di pellegrini».

Fra Michael ha rilasciato questa breve testimonianza: «È difficile determinare il numero dei pellegrini che vengono in un anno o in un mese. Forse 5.000 pellegrini in un mese? Vengono da tantissimi luoghi rallegrando la vita del Santuario. Sono felice di accoglierli».
Con una media di 5.000 persone durante l’alta stagione di pellegrinaggi, il Santuario accoglie probabilmente da 30.000 a 40.000 pellegrini l’anno. Decisamente inferiori a siti come Betlemme che attira quasi due milioni di pellegrini l’anno, ovvero una media superiore a 5.000 al giorno.
Tuttavia, la Custodia rimarrà a disposizione anche per 30.000 o 40.000 pellegrini, perché a Al-Eizariya (il luogo di Lazzaro), nome arabo del villaggio biblico di Betania, non c’è posto per la disperazione, ma per ricevere Cristo.