Inaugurata la Sala Conferenze al Terra Sancta College di Gerusalemme | Custodia Terrae Sanctae

Inaugurata la Sala Conferenze al Terra Sancta College di Gerusalemme

Martedì 12 settembre, ore 18: un giorno e un’ora importanti per la storia del rinato Terra Sancta College di Gerusalemme che, dal settembre del 2004, ha ripreso la sua attività come casa filiale del convento di San Salvatore. La bella e ampia struttura ha, fra le sue finalità, quella di diventare il Centro Culturale della Custodia di Terra Santa, e ancora fervono i lavori per il definitivo adattamento di due piani di un braccio del palazzo, uno dei quali sarà attrezzato come Centro Multimediale, divenuto di proprietà dei francescani nel 1930. Dal 1948 fino alla fine degli anni ‘90 il Terra Santa College venne usato dall’Università Ebraica di Gerusalemme e, dai primi anni del 2000 sono iniziati i lavori per la completa ristrutturazione dell’edificio, che ora, oltre alla comunità francescana, ospita quindici studenti dello Studio Biblicum Francescanum, la sede della Franciscan Holy Land Foundation, e alcuni volontari. Ad aiutare nella gestione della grande struttura, cinque Suore Francescane dell’Immacolata, ospitate in una dipendenza del College.

La sala delle conferenze, capace di 120 posti, è stata inaugurata in occasione della presentazione del libro “Gerusalemme perduta”, di Paolo Rumiz, scrittore e giornalista, magnificamente illustrato da Monika Bulaj (ed. Frassinelli), organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv. Con gli Autori, hanno partecipato alla tavola rotonda l’Ambasciatore d’Italia Sandro de Bernardin, il Rabbino Marcello Goldstein di Trieste e il Padre Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa; coordinatrice, la Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Simonetta della Seta.

Il libro racconta il lungo viaggio compiuto dagli Autori alla ricerca dei cristiani d’Oriente: due mesi sulle strade che attraversano i Balcani, la Grecia, la Turchia, per arrivare fino all’Iraq; dopo aver percorso la Siria e la Giordania eccoli giungere fino a Gerusalemme, crocevia di fedi, di culture, di riti e di religioni: città dove si rispecchiano tutti i conflitti e tutte le contraddizioni, certo, ma soprattutto – come Paolo e Monika hanno voluto mettere in risalto - dove si prega in tante lingue e in tanti modi.

Una serata ricca di immagini e di contenuti, che – mantenendo un impegno assunto da tempo e svolgendosi ora, dopo una guerra durata più di un mese, è segno di incoraggiamento e speranza per tutti quelli che credono nei valori del dialogo, della cooperazione e della riconciliazione. Quindi – come ha sottolineato il Padre Custode – è un invito ad andare al di là del titolo del libro - che pur rispecchia il problema dell’esodo dei cristiani da questa Terra – e vuole esprimere la speranza di una Gerusalemme ritrovata.

Lo spazio offerto dal Terra Santa College è sembrato una gradita sorpresa ai tanti ebrei di origine italiana che hanno partecipato alla serata (la sala era gremita, con qualche ospite in piedi): da tanti di loro si sono ricevuti i complimenti per la cura dei locali, per il ricupero di quel poco che rimane dell’antico palazzo, per il piacere di ritrovare un ambiente in cui alcuni di loro hanno studiato, e che – per essere stato anche sede della Dante Alighieri, essi considerano un poco “la casa degli italiani”.

IB