Il Dies Academicus 2017-2018 dello SBF e dell’École Biblique | Custodia Terrae Sanctae

Il Dies Academicus 2017-2018 dello SBF e dell’École Biblique

Francescani e domenicani di Gerusalemme hanno condiviso un importante appuntamento: il Dies Academicus 2017-2018 dei loro istituti di scienze bibliche. Lo Studium Biblicum Franciscum e l’École Biblique et Archéologique Française hanno organizzato per il 15 novembre l'incontro in cui è stato illustrato il programma del nuovo anno accademico. Nella sede dell’École Biblique il direttore Jean-Jacques Pérennès ha dato il benvenuto ai numerosi partecipanti, insieme a Fr. Rosario Pierri, decano dello SBF. Presente anche il Segretario di Terra Santa Fr. David Grenier in rappresentanza del Custode di Terra Santa.
Monsignor Marco Formica, Incaricato degli affari della Santa Sede, ha portato i suoi saluti. Ha ricordato quando le due istituzioni furono fondate, come nel corso degli anni abbiano raggiunto un cospicuo livello scientifico e come abbiano costruito un clima di amicizia, grazie al quale ora collaborano. «Entrambi gli istituti non sono solo al servizio della chiesa locale, ma sono davvero universali. - ha detto -. Persone arrivano da tutto il mondo per avere il privilegio di studiare qui». Mgr. Marco Formica ha parlato anche della ricchezza di poter operare a Gerusalemme: «Dobbiamo riconoscere che è un dono di Dio non solo studiare o visitare i luoghi santi, ma anche vivere fianco a fianco della comunità cattolica locale.

Fr. Timothy Radcliffe ha poi tenuto una lezione dal tema "Why do preachers need Biblical Scholars?". «Perché gli studi biblici sono assolutamente necessari per la vita di un predicatore?», si è chiesto il carismatico sacerdote davanti a una platea composta in maggioranza da religiosi. La risposta di Fr. Timothy è stata: «Prima di tutto perché ci si occupa della verità; in secondo luogo l'approfondimento della predicazione del Vangelo aiuta a capire come è avvenuta la rivelazione nella storia umana e ci aiuta a predicare con una parola che sia più forte; in terzo luogo una vera e approfondita istruzione è una via di santità».
Di seguito Fr. Rosario Pierri ha presentato le attività dello Studium Biblicum Franciscanum. Prima di tutto ha ripercorso gli eventi dell'ultimo anno, tra cui le diverse conferenze e il corso di aggiornamento biblico teologico a cui hanno partecipato più di cento persone. La collaborazione tra i due istituti si è consolidata perché, come negli anni precedenti, gli studenti iscritti al dottorato hanno potuto includere nel loro piano di studi corsi linguistici ed esegetici offerti all'École Biblique. «In questo anno accademico 2017-2018 gli iscritti allo SBF sono 69, 9 in più dell'anno precedente - ha detto Fr. Rosario -. Mi preme segnalare anche l'attivazione di un nuovo diploma in lingua bibliche, approvata dall'Antonianum di Roma».

Dopo un momento di pausa, la parola è passata a Fr. Gregor Geiger, professore di ebraico dello SBF, che ha presentato la nuova guida di Terra Santa, uscita solo da pochi mesi. Il frate ha scritto la più aggiornata guida sulla terra di Gesù, a partire da quella del suo maestro Fr. Heinrich Fürst, venuto a mancare nel 2014. Fr. Gregor si è avvalso anche dell'aiuto dell'archeologo Fr. Eugenio Alliata, come ha raccontato lui stesso, aggiungendo con ironia: «Se a una domanda esiste una risposta, lui la sa».
Sono state poi presentate le attività dell’École Biblique et Archéologique Française dal direttore Jean-Jacques Pérennès.

Presente all'incontro anche il vicario patriarcale per Gerusalemme e la Palestina, Mons. Giacinto Boulos Marcuzzo. «È una grazia per la Terra Santa avere questi istituti di studi - ha detto Mons. Marcuzzo -. A Gerusalemme abbiamo lo SBF, l’École Biblique e poi anche lo studio biblico gesuita, oltre ai corsi universitari dei salesiani del Patriarcato Latino e dei padri benedettini. La specialità di questi studi è che sono sulla parola di Dio e in loco, cioè nei luoghi della Terra Santa». Mons. Marcuzzo ha sottolineato quanto sia importante l'apporto che questi istituti possono dare, se utilizzano un corretto metodo di lavoro: «Non si può andare avanti con la ricerca se non si agisce sulla base della realtà della Bibbia e del territorio. Questo ci permette di fare dei progressi nella conoscenza della parola di Dio e della storia della fede e della Chiesa».

Beatrice Guarrera