Giovedì 25 maggio, festa dell’Ascensione al Monte degli Ulivi (2006) | Custodia Terrae Sanctae

Giovedì 25 maggio, festa dell’Ascensione al Monte degli Ulivi (2006)

Giovedì 25 maggio

Indubbiamente a Gerusalemme non si è più credenti, ma si ha l’opportunità e la grazia di vivere sul suolo di Terra Santa e di celebrare le feste liturgiche nei medesimi luoghi in cui gli avvenimenti della nostra Salvezza si sono attuati. A volte poi, proprio la veridicità dei luoghi crea dibattiti. Per quanto riguarda la festa dell’Ascensione, il Vangelo di San Luca (Lc 24,50) e gli Atti degli Apostoli (At 1,12) hanno permesso di individuare il luogo dell’evento sul Monte degli Ulivi: infatti la distanza di 2000 cubiti (1392 metri), che si poteva percorrere senza violare il riposo del sabato, conduce alla sommità di questo Monte. E lì nel IV secolo fu costruita una chiesa di forma circolare chiamata – come riferisce la pellegrina Egeria – Imbonon, cioè “sulla collina”.

Distrutto dai Persiani nel 614, il santuario fu riedificato dai Crociati, ma le sue arcate furono murate dai musulmani, che nel 1187 lo trasformarono in moschea. Grazie alla tradizione della presenza cristiana in questi luoghi, i fedeli hanno ancora oggi la possibilità di recarsi in questo luogo santo. I francescani, assidui nel pellegrinaggio della festa, ottennero una serie di firmani da parte dei sovrani musulmani, che garantivano non solo l’accesso, ma anche le condizioni di celebrazione del pellegrinaggio nel luogo stesso dell’Ascensione, condizioni che quindi entrarono a far parte dello status quo.

Perciò il mercoledì pomeriggio prima dei primi vespri – a Gerusalemme l’Ascensione si festeggia sempre 40 giorni dopo la Pasqua, e quindi il giovedì – i kawas della Custodia collocano tre tende attorno all’edificio e a partire dall’ufficio dei primi vespri (ore 16.30) i francescani e i pellegrini possono entrare in questo luogo. Come avviene al Santo Sepolcro, l’ingresso – tradizionalmente presieduto dal vicario custodiale – si fa cantando il Te Deum, seguito dal canto dei vespri, conclusi da una processione attorno all’edicola. Fino all’indomani, dopo la messa solenne, i luoghi restano sempre aperti ai fedeli mentre i francescani svolgono un’ininterrotta veglia di preghiera e di accoglienza. Quest’anno l’ufficio delle letture alle ore 23 ha avuto una bella partecipazione. Le messe si sono succedute durante tutta la notte, dalle 12 alle 8: sono persino intervenuti quattro pullman di parrocchiani di Nazareth e dei dintorni. Alle 8 è stata celebrata la messa parrocchiale in arabo, e alle ore 9 la messa solenne della Custodia, presieduta da fra Artemio Vítores e servita dagli studenti francescani. Quindi dopo l’uscita del vicario custodiale, il luogo è stato restituito ai musulmani che lo custodiscono. Durante tutto il tempo del possesso dell’edicola, numerosi pellegrini sono saliti verso la Cappella dell’Ascensione in cui regnava, assieme ad uno spirito di preghiera, una vera gioia. C’era veramente di che entrare nell’attesa della Pentecoste.

MAB