Epifania: diventare la stella che guida verso Gesù | Custodia Terrae Sanctae

Epifania: diventare la stella che guida verso Gesù

Venerdì 5 gennaio sulla piazza della Natività le tonache e le cotte dei Francescani danno spettacolo. È in arrivo la tempesta annunciata da due giorni che, secondo la provenienza, i frati considerano come un vento forte, una leggera brezza o una tempesta di ghiaccio. Però, tutti sperano che il Custode di Terra Santa possa compiere l’Ingresso a Betlemme in orario per inaugurare le festività dell’Epifania del Signore.

Preceduta da un corteo di auto, la macchina di Fr. Francesco Patton arriva puntuale, dopo aver sostato come tradizione a Mar Elias per il saluto al sindaco di Beit-Jala e, alla Tomba di Rachele, al parroco di Beit-Sahour. Il brutto tempo ha impedito di percorrere a piedi l’ultimo tratto di Via della Stella, come aveva fatto a Natale l’Amministratore Apostolico. Questa mattina, il freddo e la pioggia caduta in abbondanza – finalmente! – hanno impedito alla folla di assieparsi lungo la via, com’era successo all’Ingresso solenne del Custode per l’inizio dell’Avvento e della festa di Santa Caterina.
Anche gli scout hanno annullato la parata, accontentandosi di suonare le melodie sotto i volti del chiostro. Solo 7 gradi a Betlemme, ma tanto caldo nei cuori, grazie anche ad una schiarita inaspettata che consente alla processione di entrare in chiesa senza doversi precipitare.

Nel chiostro, gli scout soffiano con vigore le cornamuse mentre nella chiesa risuona il Te Deum.
Fr. Artemio Vitores, Guardiano della fraternità di Betlemme, accoglie il Custode e presiede la preghiera. Prima della benedizione solenne, il Custode ha rivolto alcune parole alla comunità:
«La festa dell’Epifania ci ricorda che il mondo intero viene a Betlemme. Adoriamo anche noi il Bambino Gesù. Offriamogli i più bei regali che abbiamo, cominciando da quello della nostra vita.
E davanti al bambino Gesù del presepio, preghiamo intensamente e in ginocchio per la pace.»

Dopo pranzo i Frati hanno continuato la preghiera con il canto dei Primi Vespri e l’Ufficio delle letture alla grotta, presieduti da padre Artémio.
Nel frattempo il Custode, secondo la tradizione, ha visitato le comunità religiose, le opere e le associazioni legate alla Parrocchia e alla Custodia.

Sabato 6 gennaio, la Messa pontificale ha commemorato il cuore della festa con la celebrazione eucaristica. Mentre i Francescani e numerosi fedeli erano riuniti nella chiesa di Santa Caterina, nell’adiacente Basilica della Natività, gli ingressi solenni delle chiese orientali, che iniziano le festività di Natale secondo il calendario giuliano, si sono avvicendati come in una danza.
La mattina i Vescovi siriaci e copti; nel primo pomeriggio è il turno del Patriarca greco-ortodosso. Nonostante piovesse, non era certo il diluvio caduto ieri pomeriggio, sia a Betlemme sia a Gerusalemme. Nell’introduzione alla messa, il Custode di Terra Santa ha salutato le autorità civili e militari presenti e i rappresentanti delle quattro Nazioni cattoliche: Italia, Spagna, Francia e Belgio.
«La festa dell’Epifania – ha affermato – è un invito a divenire a nostra volta la stella che conduce gli altri verso Gesù.»
insieme al Custode hanno concelebrato numerosi presbiteri, Mons. Francesco Marini, vescovo di Nola (Italia) venuto per l’occasione, il vicario Custodiale, Fr. Dobromir Jazstal, il padre Guardiano, il parroco Fr. Rami Asakrieh che ha pronunciato l’omelia.
All’offertorio, alcuni pellegrini di Sant’Anastasia, paesetto vicino a Napoli (Italia), hanno partecipato alla processione. Una ventina di pellegrini del gruppo erano vestiti da magi, pastori e pastorelle. Sembravano personaggi di un presepe vivente. All’uscita dalla messa, hanno ottenuto un grande successo di selfies al concorso spontaneo nato per la festa.

Ma il momento più atteso dai fedeli di Betlemme è la celebrazione dei Secondi Vespri dell’Epifania quando, dopo la preghiera dei salmi, i Francescani conducono i fedeli al presepe e il Custode torna portando tra le braccia la statua del bambino Gesù sul trono. L’espressione della loro fede, semplice e sincera, si esprime con il bacio al Bambino, venuto a regnare nei loro cuori.
Un augurio che possiamo porgere a tutti, specialmente ai fratelli ortodossi che celebrano la notte di Natale.