Entrata Solenne del Custode a Nazaret per la festa di San Giuseppe | Custodia Terrae Sanctae

Entrata Solenne del Custode a Nazaret per la festa di San Giuseppe

Nazareth, 19 marzo 2011

Sono le 16,00 e già un piccola folla comincia ad accalcarsi sul piazzale d'ingresso della Basilica della Annunciazione.

Alle 16,30 è previsto l'arrivo del Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, per la messa solenne in onore di San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria, Patrono della Chiesa e Custode del Redentore.

La particolarità di questa celebrazione si vede fin dall'esterno: un tappeto ed un cuscino sono stesi davanti all'ingresso della Basilica e ad attendere il Custode c'è il Guardiano del santuario fra Ricardo Bustos ofm. In questo luogo padre Pierbattista P. verrà vestito per la Cerimonia ed entrerà in Basilica per presiedere la Solenne Liturgia e la Supplica davanti alla Grotta dell'Annunciazione a nome di tutta la Chiesa Latina per intercessione del suo patrono.

L'arrivo del padre Custode è accolto dagli applausi della folla festante che assiste al curioso rito di vestizione. Ci si porta in processione al piano superiore della Basilica dove si svolge la prima parte della celebrazione. Sono circa millecinquecento i presenti tra fedeli locali e pellegrini venuti a celebrare la festa del Santo tanto amato.

La basilica è adornata a festa e spicca la cappella di San Giuseppe dove un manto scende dietro le spalle della statua che lo rappresenta con il piccolo Gesù in braccio. L'eucarestia è molto partecipata: giovani, bambini, famiglie, pellegrini. La comunità di Nazaret è davvero molto viva. Viene letto il vangelo di Matteo che non racconta l'apparizione dell'angelo a Maria, ma svela l'opera dello Spirito Santo attraverso la vicenda di Giuseppe, "lo sposo di Maria"; Giuseppe, saputo della gravidanza della sua promessa sposa, "poiché era uomo giusto" pensò di non accusarla pubblicamente, ma di licenziarla in segreto; un angelo, in sogno, lo rassicurò con le conosciute parole "Non temere Giuseppe ...".

La meditazione di questo vangelo ci fa conoscere la fede di un uomo semplice, ma profondo, ed il coraggio e la forza di seguire un sogno e di realizzarlo. L'intera eucarestia celebra il Santo Sposo di Maria, ma il culmine si raggiunge quando il Custode di Terra Santa porta l'icona di San Giuseppe in processione fino al piano inferiore della Basilica, dove c'è la casa di Maria, e la pone dentro la Grotta della Annunciazione.

Lo sposo va a casa della sposa. Giuseppe "ha detto sì" e si ripete, con una liturgia incredibilmente romantica, quanto accaduto qui, dove tutto ebbe inizio, più di duemila anni fa. Ora si legge il vangelo di Luca che racconta invece l'apparizione dell'angelo Gabriele a Maria. Le rassicuranti parole "non temere, Maria, ..." stavolta sono rivolte a lei e si apre il mistero dell'incarnazione del Verbo che qui è avvenuta. Riecheggiano le parole "Hic Verbum Caro Factum Est".

Il padre Custode, inginocchiato davanti alla grotta, rivolge la Supplica a nome di tutta la Chiesa (vedi libretto liturgico allegato) e successivamente benedice con l'amata icona l'intero popolo intervenuto. Sono oramai le 18,30 e la gente lentamente se ne va per ritornare poco dopo, alle 20,30, quando con una suggestiva fiaccolata si porta, stavolta, in processione la Sposa, la Vergine Maria, recitando il rosario e cantando l'inno di San Giuseppe. Sembra davvero di celebrare un matrimonio. Si rientra nuovamente nella Grotta d'Annunciazione con la statua della Vergine dove, dopo una breve preghiera, si procede al rituale bacio dell'icona.

Le circa duemila persone che hanno partecipato alla fiaccolata sfilano davanti alla Casa di Maria e baciano l'icona di San Giuseppe. Una giornata segnata da una liturgia molto intensa, ma di un significato profondissimo e commovente che fa rivivere l'esperienza di fede di due santi sposi il cui sì, detto più di duemila anni fa, riecheggia ancor oggi e si confonde con quel "Hic verbum caro factum est" che accompagna ogni celebrazione in questo Luogo Santo.

Foto e testo di Marco Gavasso