Beatificazione di suor Maria Alfonsina: la basilica di Nazareth era troppo piccola | Custodia Terrae Sanctae

Beatificazione di suor Maria Alfonsina: la basilica di Nazareth era troppo piccola

Nonostante sia costituita da due chiese una sovrapposta all’altra, la basilica di Nazareth si è rivelata troppo piccola per accogliere la moltitudine di fedeli accorsi oggi da tutta la Terra Santa, ma anche dalla Giordania, dal Libano e dalla Siria, per celebrare la beatificazione di Madre Maria Alfonsina, Danil Ghattas. Nata a Gerusalemme nel 1843, suor Maria Alfonsina è stata la co-fondatrice della Congregazione delle Suore del Rosario, l’unica Congregazione autoctona di Terra Santa.

Due ore prima dell’inizio della messa, i primi fedeli già prendevano posto, e le prime file erano riservate a un centinaio di suore del Rosario, cioè circa un terzo della Congregazione.

Madre Maria Alfonsina è la seconda beata palestinese, ma la prima ad essere beatificata qui, all’interno della diocesi [1]. Nel 2005, infatti, la Congregazione per la causa dei Santi aveva comunicato che le beatificazioni si sarebbero svolte nella diocesi che avesse promosso la causa del nuovo beato, nel corso di una celebrazione eucaristica, e che la cerimonia sarebbe stata presieduta da un rappresentante del Santo Padre. Questa decisione intendeva sottolineare la differenza tra la beatificazione e la canonizzazione. Quando una persona viene beatificata, il papa permette ai membri dell’ordine religioso al quale essa era appartenuta, e ai fedeli provenienti dal luogo in cui essa era vissuta, di venerarla; la canonizzazione fa sì che a venerare questa persona sia invece l’intera Chiesa cattolica.

Così, è la diocesi di Gerusalemme e la Congregazione del Rosario a poter venerare, d’ora in avanti, Madre Maria Alfonsina.

Ma la diocesi di Gerusalemme non è propriamente come tutte le altre: se la beatificazione ha riunito i suoi fedeli a Nazareth, dove si trova la chiesa più capiente del paese, questo luogo è innanzitutto quello in cui la Vergine Maria, che ha guidato tutta la vita della beata, pronunciò il suo primo Fiat, al momento dell’Annunciazione. Ed è proprio nel giorno dell’Annunciazione che Maria Alfonsina morì, nel 1927 a Ein Karem, in un aurea di santità.

Dopo l’esempio di vita contemplativa offerto alla diocesi dalla beata suor Maria di Gesù Crocifisso, Mariam Bawardi, con Maria Alfonsina è l’esempio di una vita apostolica cui i fedeli sono invitati a contemplare e a seguire.

Una vita apostolica che la beata trascorse in uno spirito di servizio e di umiltà tale che solo alla sua morte le sue consorelle appresero che fu lei a fondare la Congregazione, su ingiunzione della Vergine Maria che le appariva regolarmente.

Ma, questa domenica, né la beata né la sua congregazione rimangono nella riservatezza. Già il giorno prima, la televisione Noursat – Tele Luce ha dedicato le sue trasmissioni alla beatificazione.

Oggi, dopo la liturgia della Parola, mons. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per la causa dei Santi, insieme al Nunzio apostolico, mons. Antonio Franco, e al Patriarca emerito, sua Beatitudine Michel Sabbah, ha proceduto alla lettura del decreto che ha proclamato Beata Madre Maria Alfonsina. Dopo che ne è stata letta la traduzione in arabo, si è tolto il telo che copriva un bel ritratto della beata. Una viva emozione, espressa dagli applausi e dagli youyou, ha pervaso la folla.

Sua Beatitudine il Patriarca Fouad Twal, che presiedeva la messa insieme a mons. Salim Sayegh, vescovo ausiliare e Vicario patriarcale per la Giordania, a mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare e Vicario patriarcale per Israele, a mons. Kamal Bathish, ai vescovi greco-cattolici di Terra Santa, al Custode di Terra Santa, e a circa 120 sacerdoti tra cui una ventina di francescani, e in presenza anche di rappresentanti della Chiesa greco-ortodossa e copta, si è dunque recato all’ambone per pronunciare l’omelia, con la voce velata dall’emozione.

Salutando i suoi fratelli vescovi e tutta l’assemblea, il Patriarca ha detto: “Facciamo salire verso Dio la nostra Azione di grazia per questo avvenimento unico nella storia della Chiesa di Gerusalemme, madre di tutte le Chiese. (…) Ci auguriamo che questa giornata possa segnare una svolta nella storia del nostro paese, e che la Terra Santa possa tornare ad essere, come fu all’inizio della Chiesa, un vivaio di santi e di intercessori. (…) Una Chiesa che non suscita santi e sante tra il suo clero, i suoi laici e i suoi religiosi, è una madre sterile. Ciò che è più importante non è tanto di fare grandi progetti; quello di cui più di tutto la Chiesa necessita, è la testimonianza dei santi”.

Dopo l’omelia e la preghiera universale, si è entrati nella liturgia eucaristica con la processione delle offerte. Oltre alle offerte canoniche, portate dai familiari della beata e da alcune suore del Rosario, sono state presentate all’altare due fotografie di Maria Alfonsina e del padre Tanous, un rosario e, cosa sorprendente, una disciplina – strumento di penitenza – a fianco del quale si trovava una corda francescana.

A parte qualche bambino, la maggior parte delle persone si sono rese conto soltanto alla fine che la celebrazione era durata ben due ore e mezza. La sua bellezza, e soprattutto la bellezza dei canti, composti per l’occasione sulle parole della beata, e cantati da un coro formato da coristi provenienti da diverse parrocchie della Terra Santa e del Libano, e riunitisi per l’occasione, il raccoglimento caricato di emozione gioiosa, e la sua importanza storica, ne hanno fatto una celebrazione magnifica. La folla ha così impiegato molto tempo prima di disperdersi, quasi a voler trattenere il più possibile quegli istanti di gioia spirituale.

Si aveva l’impressione, questa sera, che la diocesi non fosse più la stessa. A richiamare i fedeli non era più la grazia unica di vivere sulla Terra in cui Gesù visse, ma la sua capacità di continuare a vivere, oggi, seguendo la Vergine Maria e seguendo l’esempio di Maria Alfonsina, nella realtà del quotidiano, seguendo il messaggio di Cristo e il Vangelo, sempre lo stesso eppure sempre nuovo, un messaggio d’amore, di gratuità, di generosità.

Mab

Omelia del Patriaca

[1] . La prima beata è stata Mariam Bawardi, suor Maria di Gesù Crocifisso, carmelitana di Betlemme, nata nel 1846 a Ibilline, in Galilea, e beatificata a Roma da Giovanni Paolo II nel 1983.