800 anni dell’Ordine Francescano | Custodia Terrae Sanctae

800 anni dell’Ordine Francescano

L’anno 2009 è stato l’anno degli 800 anni dell’Ordine Francescano.

Testo dell’intervista del Custode

Come definirebbe la spiritualità francescana internazional?

- San Francesco, fin dal principio della sua esperienza spirituale è sempre stato innamorato dell’umanità di Gesù, fino a considerarne i suoi aspetti fisici. Pensiamo, ad esempio, a Greccio, dove ha voluto rivivere la nascita di Gesù. Pensiamo a La Verna, dove ha voluto rivivere, anche nella sua carne, l’esperienza della passione di Gesù. E’ per questo che la Terra Santa è importante nella spiritualità francescana, perché non c’è Incarnazione senza Luogo. L’Incarnazione è avvenuta qui, in questa Terra. Questo è il Luogo dove Dio ha preso carne e dove ha abitato un luogo geografico e storico preciso.

Perché vivere e lavorare in Terra Santa è così speciale per i francescani?

- La spiritualità dell’incarnazione di Gesù è vissuta in percorsi diversi dai francescani qui in Terra Santa. Quando riflettiamo sull’Incarnazione non dobbiamo soltanto pensare ad un aspetto astratto, dobbiamo anche essere concreti, come richiede l’Incarnazione stessa.
Il primo è quello di essere qui, vivere qui, in questi luoghi, nei luoghi che sono per se stessi una testimonianza concreta, visibile, fisica, tangibile, del passaggio di Gesù. Pensiamo a Nazareth, a Betlemme, a Gerusalemme con i suoi santuari, tutti luoghi che ci parlano della vita di Gesù. Il primo percorso è quindi lo “stare” in questi Luoghi a nome e per conto di tutta la Chiesa. E’ un aspetto molto concreto, che richiede una grande fedeltà, che si è espressa lungo tutti questi secoli e continua ad esprimersi oggi.
Un secondo aspetto è quello di amare ogni uomo. Gesù – Dio – ha assunto la carne dell’uomo, quindi in ogni uomo c’è l’immagine di Gesù. Il francescano in Terra Santa deve essere testimone di questo amore per l’uomo in tanto tale; non soltanto l’uomo cristiano, ma l’uomo ebreo, l’uomo musulmano. Ogni uomo è immagine di Gesù. Noi dobbiamo testimoniare, soprattutto in questo contesto non cristiano, dove Gesù, paradossalmente, non è conosciuto, noi dobbiamo testimoniare qui l’Incarnazione di Gesù e la passione di Dio per l’uomo, attraverso Gesù.
La terza via consiste nell’andare incontro a un’umanità sofferente e povera, sostenendo in modo particolare la comunità cristiana, ma insieme a tutte quelle persone che qui vivono in difficoltà. Non possiamo amare l’Incarnazione di Gesù senza avere questo sguardo attento per quelle realtà povere dove ancora si vede Gesù che chiede di essere aiutato e sostenuto.
Questo sono le tre vie principali, i percorsi attraverso i quali il frate francescano vive la spiritualità dell’Incarnazione. Senza mai dimenticare la Terra, il paesaggio che rende ancora più vicina e familiare la parola del Vangelo che qui si legge e si comprende nel suo contesto naturale che, nonostante duemila anni, è ancora quello di sempre.

In che modo la presenza e il lavoro dei Francecani può portare beneficio alla Terra Santa ?

Sono diversi i contributi che i francescani hanno dato a questo Paese. C’è un contributo di testimonianze storiche, che riflettono e illustrano la storia di questo paese. Ottocento anni di presenza hanno permesso ai francescani di conservare memorie che sono uniche per tutti. Tutti coloro che vogliono conoscere la storia e la vita di questo paese devono conoscere anche la storia dei francescani. Testimonianze che stanno a significare il contributo storico, o di vita, e il legame che ci unisce a questa Terra.
C’è poi un contributo particolare che i francescani danno alla Terra Santa, e che è un unicum. I francescani stanno nei Luoghi santi che sono le pietre della memoria, quelle che ci parlano della rivelazione di Gesù. Pietre importanti perché ci legano fisicamente a quell’esperienza e legano tutta la Chiesa, non solo i francescani, a questa Terra, conservandone viva la memoria. E ci sono le comunità cristiane, che sono le pietre vive, coloro che tengono viva – insieme ai francescani – la memoria della presenza di Gesù in questa Terra. Ecco, questo è un unicum tipico della Custodia di Terra Santa: tenere vivi e uniti questi due aspetti: le pietre della memoria e le pietre vive; i Luoghi santi, i santuari che ci parlano di Gesù e la comunità cristiana che è Gesu vivente.

Come concretamente la Custodia aiuta le "pietre vive" cio è i cristiani della Terra Santa?

L’aiuto concreto alle pietre vive, alla comunità cristiana, passa attraverso alcune attività ben specifiche. Innanzitutto quelle a carattere pastorale: sono 29 le parrocchie e le comunità cristiane curate direttamente dai francescani. Poi ci sono le Scuole, che hanno un ruolo molto importante in questo paese, in questa Terra. Sono scuole miste, cioè aperte ai cristiani di ogni denominazione e ai musulmani. In esse, cristiani e musulmani crescono e studiano insieme, e sono scuole che danno una formazione, conservano e costruiscono un’identità cristiana alla comunità cristiana.
Tra le molte opere di carattere sociale penso alle case per i bambini in difficoltà, o che provengono da famiglie in difficoltà. Stiamo programmando attività di sostegno ai ragazzi e ai giovani tossicodipendenti, rispondendo a un problema molto grave in questo paese.
Un altro problema riguarda le abitazioni: è molto difficile trovare casa, o luoghi di vita per le comunità cristiane. I frati della Custodia cercano, attraverso iniziative e il sostegno di tutta la Chiesa universale, di creare opportunità di lavoro, e di costruire case per le famiglie cristiane.
Abbiamo Case per anziani soli e abbandonati, e molte altre attività sociali: tutte scaturiscono da un impegno, un incontro, da un bisogno concreto che si manifesta dentro la comunità cristiana.

Che cosa vorreste dire ai frati francescani che oggi lavorano in Terra Santa?

L’Ordine dei Frati Minori ha celebrato gli 800 anni della sua fondazione. In questi anni di preparazione ci sono state molte celebrazione e, come ogni Ordine che celebra il proprio giubileo, ci siamo chiesti cosa fare, e abbiamo fatto un po’ il bilancio della nostra vita.
Pensando adesso a noi, frati di Terra Santa, e al nostro bilancio, la prima cosa che mi viene da dire con molta spontaneità è un atto di gratitudine a Dio per i molti fratelli che nel passato e fino al presente e ancora oggi, hanno speso la loro vita per questa Terra, per questi santuari. Con una fedeltà ammirabile! I santuari sono luoghi molto belli, ma richiedono anche una costanza e un rinnegamento di sé molto forte, ogni giorno, tutti i giorni, continuamente e per tanti anni. A volte si tratta di fare gesti molto semplici: preparare le ampolline, il calice per le Messe…; i pellegrini passano via velocemente, ma si è data loro la possibilità di pregare.
La nostra missione rimane la stessa, da sempre. E sarà sempre così. Non cambieranno le cose da fare, cambierà forse il modo con cui dobbiamo farle, ma la passione, l’amore, la fedeltà che ci vengono chieste sono sempre le stesse. Noi dobbiamo chiedere a Dio, con gratitudine, la forza di fare ciò che i nostri padri hanno sempre fatto.

E cosa vorreste dire ai francescani che vivono al di fuori della Missione in Terra Santa?

Quando vado nelle diverse realtà dell’Ordine, fuori dalla Terra Santa, cerco sempre di ricordare ai frati che la Terra Santa fa parte del carisma dell’Ordine, non meno di quelli che chiamiamo i Luoghi santi francescani.
La Terra Santa proprio perché appartiene all’esperienza umana di Gesù, dell’Incarnazione di Gesù, così amata da san Francesco, fa parte dell’esperienza dell’Ordine fin dal principio. Quindi è importante per tutto l’Ordine guardare alla Terra Santa in maniera attenta e vicina. E’ fondamentale venire in Terra Santa, e anche cercare di creare legami più forti fra le diverse realtà dell’Ordine e la Terra Santa che è parte del nostro cuore.
Abbiamo bisogno, come frati di Terra Santa, del sostegno, della vicinanza, dell’amore di tutto l’Ordine, e abbiamo anche bisogno della presenza di tanti frati da tutto l’Ordine qui, in Terra Santa.