Servizio fraterno e amore materno | Custodia Terrae Sanctae

Servizio fraterno e amore materno

XXXI Domenica TO A

Continua la collaborazione tra VITA TRENTINA  e fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa nella rubrica "In ascolto della Parola". 

Ml 1,14-2,2.8-10; 1Ts 2,7-9.13; Mt 23,1-12

«Il più grande tra voi sia vostro servo». Mt 23,11

Le letture di questa domenica ci aiutano a meditare sul fatto che c’è un modo giusto di vivere i servizi e le responsabilità all’interno della propria comunità e c’è anche un modo sbagliato. Le riflessioni proposte dalle letture riguardano perciò in primo luogo i pastori (vescovi, sacerdoti, diaconi) ma coinvolgono per analogia tutte le persone che, da cristiani, rivestono ruoli di responsabilità (amministratori, padri e madri di famiglia, responsabili di comunità, insegnanti, catechisti…).

Il profeta Malachia sottolinea, senza giri di parole, alcuni di questi rischi: “avete deviato dalla retta via e siete stati d’inciampo a molti con il vostro insegnamento… Avete distrutto l’alleanza di Levi… non avete seguito le mie vie e avete usato parzialità nel vostro insegnamento. Non abbiamo forse tutti noi un solo Padre?” (Ml 1,8-10). Chi ha responsabilità all’interno del popolo di Dio deve guardarsi dalla tentazione di insegnare qualcosa di diverso da quel che si trova nella Parola di Dio e dalla tentazione di fare preferenze e discriminazioni tra le persone che gli sono state affidate. Infatti, siamo tutti figli dello stesso Padre e Dio non ha figli di serie A e figli di serie B! questo vale nella piccola comunità come nella Chiesa universale, vale anche quando ci lasciamo prendere da stereotipi e atteggiamenti razzisti. Gesù, a sua volta, mette in guardia da rischi ulteriori: quello di insegnare bene e razzolare male (che significa essere talmente incoerenti da diventare di scandalo a coloro ai quali insegniamo), quello di trasformare la propria pratica religiosa ed il proprio ruolo in una ricerca di prestigio personale, di immagine, di titoli onorifici, di potere sulle persone. A questo proposito, ci ricorda Gesù: “Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli… Uno solo è il Padre vostro, quello celeste” (Mt 23,9-10).

Qual è allora il modo giusto di vivere le responsabilità che ci vengono affidate? Entrare in una mentalità di servizio, che è esattamente lo stile col quale Gesù ha vissuto e interpretato il suo essere Messia, Maestro, Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza, Figlio di Dio. È bello ed esemplare, per cogliere il senso profondo del servizio pastorale, quello che scrive san Paolo ai Tessalonicesi: “Fratelli, siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli… avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita” (1Ts 2,7-8). Questi testi avevano talmente colpito Francesco d’Assisi che arriva a inglobarli nella Regola, vietando ai frati di chiamarsi “padre” o “maestro” e invitandoli a prendersi cura reciprocamente in modo materno: “E con fiducia l’uno manifesti all’altro la propria necessità, perché l’altro gli trovi le cose che gli sono necessarie e gliele dia. E ciascuno ami e nutra il suo fratello, come la madre ama e nutre il proprio figlio, in quelle cose in cui Dio gli darà grazia” (Regola non bollata, IX,10-11).

Servizio fraterno e amore materno sono dimensioni essenziali nella gestione della responsabilità, si tratti di annunciare il vangelo, di amministrare i sacramenti, di guidare una diocesi, una comunità o una famiglia, di svolgere un servizio nella società. Servizio fraterno e amore materno sono modalità relazionali necessarie perché la famiglia, le comunità, gli istituti religiosi, la Chiesa non si riducano a fredde istituzioni, a una gerarchia senz’anima.

di fr. Francesco Patton, ofm

Custode di Terra Santa