Il profumo diffusivo del bene - The diffusive perfume of good | Custodia Terrae Sanctae

Il profumo diffusivo del bene - The diffusive perfume of good

Lunedì Santo - Holy Monday

Is 42,1-7; Sal 26; Gv 12,1-11

 

  1. Carissime sorelle Carissimi fratelli, il Signore vi dia pace!

Ogni volta che veniamo qui a Betania siamo immediatamente coinvolti in quel clima di amicizia e gratuità che Marta, Maria e Lazzaro hanno coltivato nei confronti di Gesù e dei suoi discepoli e che ancora oggi impregna questo luogo.

  1. La parola di Dio che abbiamo appena ascoltato ci presenta due quadri: nella prima lettura abbiamo ascoltato il primo canto del Servo del Signore, nel vangelo di Giovanni il racconto dell’unzione profumata con cui qui Maria sorella di Marta e di Lazzaro ha voluto onorare Gesù. Entrambi questi brani possono aiutarci a scoprire un principio fondamentale della vita cristiana che per san Tommaso d’Aquino ha origine in Dio stesso e cioè che “il bene tende a diffondersi” (S. Tommaso, Summa theologiae, I, q. 5 a. 4, ad 2).
  1. Se, leggendo Isaia 42, vediamo in filigrana la persona di Gesù, scopriamo che il suo modo di fare è ancora oggi controcorrente rispetto alla logica del mondo. Gesù non grida per far prevalere il suo messaggio su altri messaggi e non alza il tono di voce come chi pensa di potersi imporre coprendo le ragioni altrui e non fa udire in piazza la sua voce pensando che basti moltiplicare o ripetere all’infinito le proprie parole per trasformare delle “fake news” in verità.

Gesù non ci spegne quando la fiamma del nostro amore per lui è debole, non ci spezza quando la nostra coerenza di vita e la nostra capacità di seguirlo risultano fragili.

Con questo stile e con questo atteggiamento Gesù semina il bene, l’amore di Dio, nei solchi della storia e dell’umanità perché si diffonda e trasformi una storia fatta di inganni, soprusi, guerre e sopraffazioni in una storia di salvezza e di amore di portata universale.

Isaia, negli altri canti che dedicherà al Servo del Signore, ci aiuterà a capire che per realizzare tutto questo il Cristo dovrà dare la propria vita facendosi carico del male presente nella storia e nell’umanità, di tutto il male e di ogni male. È così che il bene vince il male, prendendolo su di sé, lasciandosi apparentemente sconfiggere, ed interrompendo la reazione a catena provocata dal male nella sua deflagrazione.

  1. Nel vangelo è Maria di Betania a incarnare il principio fondamentale che il bene ha la capacità intrinseca di diffondersi. Maria fa un gesto che ha un alto valore simbolico: quello di rompere un’ampolla di profumo costosissimo e spargerlo sui piedi di Gesù. L’evangelista Giovanni annota che “tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo”.

Per Gesù quel gesto di amore ha un valore immenso, al punto che tappa la bocca a Giuda e a chiunque ragioni come lui. Per Gesù il senso profondo del gesto di Maria è profetico e pasquale: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri, infatti, li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

Un gesto d’amore non ha prezzo, perché il valore dell’amore è infinito. Chi ha un registratore di cassa al posto del cuore non è in grado di comprendere la logica dell’amore, che è essenzialmente dono e gratuità, e perciò stesso, almeno in parte, spreco.

  1. A Betania Maria “spreca” “trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso” per profumare i piedi di Gesù. Sulla croce sarà lo stesso Gesù a “sprecare” tutta la sua persona per profumare i nostri piedi, cioè per riconciliarci al Padre, salvarci, introdurci nella vita divina, mostrarci cosa vuol dire amare.

E come qui si è diffuso per tutta la casa il profumo dell’unguento versato da Maria così si diffonderà fino ai confini del mondo e fino alle estremità della storia il profumo – cioè gli effetti efficaci e salvifici – della redenzione operata da Gesù, attraverso un atto di amore infinito, attraverso il dono pieno e totale di sé per amore del Padre e per amore nostro, sulla croce.

  1. Con parole che ben comprendono la logica del dono gratuito e dell’amore san Francesco nel capitolo XXIII della Regola non bollata così prega: “Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Dio, Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, per te stesso ti rendiamo grazie, […] perché come tu ci hai creato per mezzo del tuo Figlio, così per il santo tuo amore, col quale ci hai amato, hai fatto nascere lo stesso vero Dio e vero uomo dalla gloriosa sempre vergine beatissima santa Maria, e per la croce, il sangue e la morte di Lui ci hai voluti redimere dalla schiavitù” (Rnb XXIII,1-3: FF 63-64).
  1. Concludiamo domandandoci cosa vuol dire perciò, qui e ora, celebrare il gesto di amore col quale Maria di Betania riconosce e profetizza il valore infinito del gesto di amore che Gesù compirà nel suo donarsi interamente per noi e a noi?

Vuol dire assumere la logica divina del bene che si diffonde senza far rumore. Se scegliamo di fare il bene lo faremo silenziosamente e lo faremo gratuitamente. Non ci metteremo in posa davanti al fotografo, non pubblicheremo tutto su Facebook e Instagram e non aspetteremo neanche che qualcuno ci dica “grazie”.

Chi fa il bene non fa rumore e non desidera apparire perché il bene è semplice e non fa rumore: prendersi cura delle persone, si tratti di piccoli e poveri, di migranti e rifugiati o di anziani e ammalati è qualcosa che non fa rumore. Il bene è come il grano che cresce nei campi silenziosamente, e poi nutre e dà vita.

Signore Gesù, aiutaci a comprendere il gesto di Maria che spreca 300 denari per profumarti i piedi e ancor di più aiutaci a comprendere il tuo gesto che sulla croce sprechi tutta la tua vita per amore.

Signore Gesù, rendi capaci anche noi di fare il bene silenziosamente, di donare la nostra vita gratuitamente, di diffondere ovunque il profumo del bene e dell’amore.

Amen.

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Is 42: 1-7; Ps 26; Jn 12: 1-11

  1. Dear brothers and Sisters,

May the Lord give you peace!

Every time we come here to Bethany we are immediately involved in that climate of friendship and gratuitousness that Martha, Mary and Lazarus have cultivated towards Jesus and His disciples which still permeates this place today.

  1. The word of God that we have just heard presents us with two images: in the first reading we heard the first song of the Servant of the Lord, in the Gospel of John the story of the perfumed anointing wherewith Mary, sister of Martha and Lazarus, wanted in this very place to honour Jesus. Both of these passages can help us to discover a fundamental principle of Christian life which according to St. Thomas Aquinas has its origin in God Himself, namely that "good tends to spread" (St. Thomas, Summa Theologiae, I, q. 5 a. 4, ad 2).
  1. If, reading Isaiah 42, we see the person of Jesus in filigree; we discover that His way of acting is still seen today as going against the tide with respect to the logic of the world. Jesus does not cry out to make His message prevail over other messages and does not raise the tone of His voice like someone who thinks he can impose himself by over riding the arguments presented by others. He does not make His voice heard in the square believing that it is enough to multiply or repeat His words endlessly to transform "fake news" into truth.

Jesus does not extinguish us when the flame of our love for Him is weak; He does not break us when our coherence of life and our ability to follow Him are fragile.

With this style and with this attitude, Jesus sows that which is good, the love of God, in the furrows of history and of humanity so that it may spread and transform a history made of deceptions, oppression and wars into a story of salvation and love which is universal in its all encompassing scope.

Isaiah, in the other songs that he will dedicate to the Servant of the Lord, help us understand that in order to achieve all this, Christ must give His life taking on the evil present in history and in humanity, all evil and all wickedness. This is how good overcomes evil, taking it upon itself, apparently allowing itself to be defeated, and interrupting the chain reaction caused by evil in its explosive energy.

  1. In the Gospel it is Mary of Bethany who embodies the fundamental principle that good has the intrinsic capacity to spread. Mary makes a gesture that has a high symbolic value: that of breaking an ampoule of very expensive perfume and spreading it on the feet of Jesus. John the Evangelist notes that "the whole house was filled with the aroma of that perfume".

For Jesus, that gesture of love has immense value, to the point that it stops Judas' mouth and anyone who thinks like him. For Jesus the profound meaning of Mary's gesture is prophetic and Easter orientated: «Let her do it, so that she will keep it for the day of my burial. In fact, you always have the poor with you, but you do not always have Me”.

A gesture of love is priceless, because the value of love is infinite. Those who have a cash register instead of a heart are unable to understand the logic of love, which is essentially a gift and gratuitousness, and therefore itself, at least in part, waste.

  1. In Bethany Mary "wastes" "three hundred grams of perfume of pure nard, very precious" to anoint with perfume the feet of Jesus. On the Cross it will be Jesus Himself who "wastes" His whole person to anoint our feet with perfume, that is, to reconcile us to the Father, to save us, to lead us into the divine life, to show us what it means to love. Therefore it is just as the perfume of the ointment poured out by Mary spread throughout the house, so the perfume - that is to say the effective and saving effects - of the redemption wrought by Jesus will spread to the ends of history, through a act of infinite love, through the full and total gift of Himself for love of the Father and for our love, on the Cross.
  1. With words that well understand the logic of gratuitous gift and love, St. Francis prays in chapter XXIII of the Regula non bollata: "O Almighty, most holy, most high and supreme God, holy and just Father, Lord King of heaven and earth , for Yourself we give You thanks, […] because as You have created us through Your Son, so by Your holy love, with which You loved us, You gave birth to the same true God and true man from the glorious ever blessed virgin Mary, and by the Cross, His blood and death You redeemed us from slavery" (Rnb XXIII, 1-3: FF 63-64).
  1. Let us conclude by asking ourselves what does it mean therefore, here and now, to celebrate the gesture of love with which Mary of Bethany recognizes and prophesies the infinite value of the gesture of love that Jesus will perform by giving Himself entirely for us and to us.

It means assuming the divine logic of good that spreads silently. If we choose to do that which is good, we will do it silently and we will do it freely. We will not pose in front of the photographer, we will not post everything on Facebook and Instagram and we will not even wait for someone to say "thank you".

Those who do good make no noise and do not want to appear before others, because good is simple and makes no noise: taking care of people, be it the most insignificant amongst us, the poor, the migrants and refugees or the elderly and the sick, it should be something that makes no noise. Good is like wheat that grows silently in the fields, and then nourishes and gives life.

O Lord Jesus, help us to understand the gesture of Mary who wastes 300 denarii to anoint Your feet with perfume and even more than this, help us to understand Your gesture that on the Cross in that you “waste” Your life in a total offering of love.

O Lord Jesus, enable us that we too may do good silently, giving our lives freely, to spread the aroma of all that is good and the beauty of love everywhere.

Amen.