Via della Croce, via della Vita | Custodia Terrae Sanctae

Via della Croce, via della Vita

Ab 1,2-3;2,2-4; Sal 94; 2Tm 1,6-8.13-14; Lc 17,5-10

1. Carissime sorelle e carissimi fratelli, il Signore vi dia Pace!

Abbiamo percorso assieme la Via Dolorosa lungo le strade della Città Vecchia, per inaugurare la nuova Via Crucis realizzata Alessandro Mutto e dalla fonderia BMN Arte di Verona, su iniziativa dell’apposito comitato.
Ci domandiamo allora: cosa significa percorrere la Via Crucis?
-    Significa camminare sulla via di Gesù,
-    significa fare nostro il cammino di Gesù,
-    significa camminare sulla via della vita.

2. Anzitutto la Via Crucis è la via percorsa da Gesù per salvare noi. In modi diversi e con varie espressioni, per ben tre volte, durante il suo cammino verso Gerusalemme, Gesù aveva detto chiaramente ai suoi discepoli cosa sarebbe successo in questa città: «Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno» (Lc 9,22).
Giunto a Gerusalemme aveva celebrato l’Eucaristia nel Cenacolo, era un’anticipazione e una chiave di lettura di quello che sarebbe accaduto dopo: il suo dare tutto se stesso per noi, il suo dare la vita per la nostra riconciliazione.
Poi nel giro di poche ore aveva realizzato ciò che prima aveva predetto: era stato catturato come un criminale, era stato condannato, caricato della croce e portato fino al Golgota, era stato inchiodato alla croce, era morto e deposto nel Sepolcro. E il mattino del terzo giorno aveva svuotato la morte con la sua risurrezione. Questo è il cammino compiuto da Gesù, in modo libero, consapevole e per amore.

3. Se questo è il cammino di Gesù e vogliamo essere suoi discepoli, occorre che questo diventi anche il nostro cammino. L’invito è suo, di Gesù, ed è altrettanto chiaro quanto la predizione della sua passione morte e risurrezione: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà» (Lc 9,23-24). La celebrazione della Via Crucis deve aiutarci in questo: a fare nostro il cammino di Gesù, a fare nostro l’atteggiamento della fedeltà (come ci suggeriva anche il profeta Abacuc nella prima lettura), a fare nostro l’atteggiamento del donare la vita dando un senso anche alla sofferenza e alla morte, come suggeriva Paolo a Timoteo: «Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo» (2 Tm 1,8).
La via crucis che abbiamo inaugurato è veramente bella, artistica, espressiva e aiuterà noi come pure milioni di pellegrini a vivere con intensità questo cammino sulle orme di Gesù. Essa avrà però raggiunto il proprio scopo se chi l’avrà percorsa sceglierà poi di seguire e amare Gesù Cristo nella vita di tutti i giorni, facendo proprio l’atteggiamento con il quale l’amore si manifesta e che ci è stato suggerito nel Vangelo, cioè l’atteggiamento del servizio.

4. Un ultimo pensiero: la Via della Croce non è però la via della morte ma è la via della Vita, scritta co la “V” maiuscola. Don Tonino Bello amava chiamare la croce una “collocazione temporanea”. La morte non è l’ultima tappa del cammino di Gesù e nemmeno del nostro cammino, perché l’ultima tappa è la risurrezione.
Davanti al Sepolcro vuoto, durante tutto l’anno, anche in quaresima, noi cantiamo l’alleluia, perché lì ogni giorno è Pasqua.
Ma anche in ogni Eucaristia noi celebriamo il Cristo risorto, ci lasciamo radunare da Lui, ascoltiamo la sua parola e ci nutriamo del suo corpo e del suo sangue che ci vengono donati come “farmaco di immortalità” (s. Ignazio d’Antiochia) e come “pegno della gloria futura” (s. Tommaso d’Aquino).
La Via Crucis ci allena a capire che è vita vera, autentica, solo la vita donata per amore, e ci ricorda che chi dona la vita per amore partecipa già della vittoria di Gesù sulla morte.
Siamo perciò grati a chi ha ideato questa Via Crucis, a chi l’ha realizzata e a chi l’ha donata a questa nostra amata città di Gerusalemme: che il Signore Gesù, che per primo l’ha percorsa, sostenga anche i nostri passi sulla via della Croce, sulla via della Vita.
Così sia.