Is 42,1-4.6-7; Sal 28; At 10,34-38; Mt 3,13-17
- Carissimi fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Nella riflessione di questa mattina desidero invitare ognuno di noi a fare semplicemente due cose:
- Contemplare la scena del battesimo di Gesù;
- Provare a riflettere su cosa significa il nostro battesimo alla luce del battesimo di Gesù.
- Contempliamo per prima cosa la scena del battesimo di Gesù; siamo aiutati dall’evangelista Matteo e siamo aiutati dal fatto che ci troviamo a pochi passi dal fiume Giordano nelle cui acque Gesù si lasciò immergere da Giovanni, per cui possiamo perfino immaginare la scena a partire dal luogo che vediamo.
L’evangelista Matteo ci aiuta servendosi di una parola chiave che abbiamo trovato anche nel brano di Isaia e degli Atti degli Apostoli, si tratta della parola “giustizia”, una parola che indica “da una parte la volontà di Dio che rivela e attua il suo progetto di salvezza, conforme alle sue promesse e con le esigenze corrispondenti; dall'altra la piena e attiva conformità dell’uomo a questa volontà divina” (R. Fabris, Matteo, Borla, p. 89). Nel battesimo di Gesù si manifesta la volontà di Dio di salvare l’umanità attraverso la vita, la missione e il servizio di Gesù. Il battesimo di Gesù diventa già un segno forte che lui vuole prendere su di sé i nostri peccati sottomettendosi insieme con noi a un rito di purificazione. Lui non ne ha bisogno, ma così santifica l’acqua perché l’acqua possa santificare noi.
- L’evangelista Matteo ci offre anche un’immagine molto suggestiva, potremmo dire una sequenza cinematografica, che comprende Gesù che esce dall’acqua, i cieli che si aprono e lo Spirito che discende su di lui come una colomba. È una scena che ci parla di una nuova creazione. Col battesimo di Gesù nasce un’umanità nuova; i cieli sono aperti e quindi Dio non è più lontano e inaccessibile ma vicino all’umanità; e lo Spirito discende su Gesù per manifestare il nuovo vincolo che unisce Dio all’umanità.
- Matteo ci riporta anche le parole che Dio Padre rivolge a coloro che erano qui presenti al momento del battesimo di Gesù. Oggi le rivolge anche a noi per farci capire chi è Gesù e qual è la sua missione: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». Dio testimonia che Gesù è il suo Figlio e che a lui lo lega una relazione di amore unica: non è uno tra i tanti ai quali Dio vuole bene, ma è l’amato per eccellenza, l’amato in modo unico e singolare. E Dio si compiace del suo Figlio Gesù; tutta la volontà di bene che Dio ha in sé si riversa su questo Figlio amato, perché attraverso di lui possa raggiungere tutta l’umanità.
- Proviamo ora a rileggere il nostro battesimo alla luce del battesimo di Gesù. Anzitutto: in che modo attraverso il nostro battesimo si adempie anche in noi e per noi la giustizia di Dio? La giustizia di Dio si realizza per noi nel nostro battesimo proprio perché col battesimo veniamo raggiunti dalla misericordia e dal perdono che Dio ci dona attraverso il suo Figlio Gesù e attraverso il dono del suo stesso Spirito. Ma bisogna che anche noi, come il Battista e come Gesù, diventiamo collaboratori attivi della salvezza che Dio dona, bisogna che anche noi impariamo a volere con tutte le nostre forze quello che Dio vuole per noi.
- Acqua, cieli aperti e discesa dello Spirito sono segni che accompagnano anche il nostro battesimo. Nell’antichità il battesimo avveniva per immersione, e ancora oggi vediamo i pellegrini che vengono a fare memoria del battesimo qui al Giordano: si immergono nell’acqua e poi emergono dall’acqua come Gesù nel vangelo di Matteo. È tutta la nostra persona che ha bisogno di immergersi nell’acqua santificata da Gesù perché è tutta la nostra persona che ha bisogno di essere da Lui trasformata. Attraverso il suo Figlio, Dio può di nuovo aprire i cieli ed entrare in relazione con noi, e può mandare su di noi quello stesso Spirito che unisce in un unico amore il Padre e il Figlio e ora unisce in un unico amore anche noi che siamo diventati “figli nel Figlio”, e ci unisce anche tra di noi, perché lo Spirito Santo ha questa infinita capacità di unire in un unico amore.
- Infine, ciò che Dio Padre ha detto di Gesù lo dice anche di noi a partire dal nostro battesimo e lo dice in forma personale: “Tu sei il figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento” che detto con altre parole potrebbe suonare così: “Tu sei mio figlio, ti voglio bene in modo personale, sono contento di averti dato la vita e che la tua vita abbia un senso, tutto il bene di cui sono capace ti accompagna e ti accompagnerà per sempre”.
Ecco il grande dono che abbiamo ricevuto nel battesimo: Dio Padre, nel battesimo di Gesù suo Figlio, ha manifestato la sua bontà per l’umanità intera e per ogni singola persona. E ora, a noi che siamo stati rigenerati nell’acqua e nello Spirito, dona la capacità di vivere in questo mondo da veri figli, ci dona la capacità di sintonizzarci sulla sua volontà durante il pellegrinaggio della vita. E ci regala come eredità e come destino la vita eterna.