Ap 11,19; 12,1-6.10; Sal 44; 1 Cor 15,20-26; Lc 1,39-56
La speranza fiorisce in una tomba vuota
La valle del Getsemani e il Monte degli Olivi sono pieni di cimiteri e di tombe. Alcune sono tombe venerate, altre sono tombe dimenticate. Una tradizione profetica (Gl 3,2.12.) pensa che in questa valle, che fin dall’antichità è stata un luogo di sepoltura, avverrà il giudizio finale al termine della storia.
Nella valle del Getsemani c’è però una tomba vuota che per noi è speciale, la tomba di Maria. Andremo a venerarla oggi pomeriggio dopo la celebrazione dei vespri. Questa tomba è per noi importante e significativa proprio perché è vuota e ci richiama l’altra tomba vuota presente qui a Gerusalemme, la tomba di Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria.
Quella tomba vuota è l’origine della nostra speranza e quella tomba vuota è il motivo per cui anche questa tomba è vuota, come ci ha ricordato san Paolo nella seconda lettura: “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti” (1 Cor 15,20-21).
Maria, che aveva beneficiato in anticipo della grazia della redenzione ed era stata preservata da ogni macchia di peccato originale per poter diventare la madre del Salvatore, adesso per prima partecipa della grazia della risurrezione, per prima entra nella gloria di Dio con tutta la sua persona: anima e corpo.
Ad uno di loro, Tommaso, Maria affida la propria cintola azzurra dando un segno speciale all’Apostolo che più degli altri aveva bisogno di vedere per credere.
Guardiamo poi anche noi in alto e con altrettanta meraviglia sentiamoci pieni di speranza per il fatto che Maria viene portata in Dio con tutta la sua persona. Un giorno anche noi vivremo in Dio, come ci ha ricordato san Paolo: “Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo” (cfr 1 Cor 15,23).
“Ti preghiamo, o nostra Signora, nobile Madre di Dio, esaltata al di sopra dei cori degli angeli, di riempire il vaso del nostro cuore con la grazia celeste; di farci splendere dell’oro della sapienza; di sostenerci con la potenza della tua intercessione; di ornarci con le pietre preziose delle tue virtù; di effondere su di noi, o oliva benedetta, l’olio della tua misericordia, con il quale coprire la moltitudine dei nostri peccati, ed essere così trovati degni di venir innalzati alle altezze della gloria celeste e vivere felici in eterno con i beati del cielo.
Ce lo conceda Gesù Cristo, tuo Figlio, che oggi ti ha esaltata al di sopra dei cori degli angeli, ti ha incoronata con il diadema del regno, e ti ha posta sul trono dell’eterno splendore. A lui sia onore e gloria per i secoli eterni.
Amen. Alleluia!”