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Commemoratio praesentiae, praedicationis et Iesu signorum in Capharnao

Come hai creduto ti accada - How did you think it happened to you

2020-10-10


Lc 5,1-11; Is 61,1-3; Sal 84; 1Pt 1,6-9; Mt 8, 5-17

  1. Carissime sorelle, carissimi fratelli, il Signore vi dia pace. Nonostante la pandemia, siamo di nuovo insieme per celebrare la presenza, la predicazione e i prodigi di Gesù a Cafarnao. I brani di Vangelo che abbiamo appena letto ci aiutano a capire che la presenza, la predicazione e i prodigi compiuti da Gesù in questo luogo hanno lo scopo di suscitare la fede nel cuore delle persone. Al tempo stesso leggendo con attenzione queste pagine scopriamo che la fede delle persone spinge Gesù a operare, a parlare, a condividere.

Le parole e le azioni di Simon Pietro e del Centurione sono esemplari per aiutarci a comprendere tutto questo.

  1. Simon Pietro getta le reti dopo una notte di fatica inutile, perché si fida della Parola di Gesù. Gesù è salito sulla sua barca, che è diventata la cattedra dalla quale annunciare il Regno di Dio. Pietro, a pochi passi di distanza da lui, lo ha sentito predicare, ha sentito parole qualitativamente diverse da quelle che era abituato a sentire tutti i giorni, anche in sinagoga, e per questo, nel momento in cui Gesù gli chiede di prendere il largo e gettare nuovamente le reti di giorno, quando non era riuscito a prendere nulla di notte, che è il tempo in cui si pesca, accetta il rischio di coprirsi di ridicolo.

Il Centurione ha sentito parlare di Gesù e forse lo ha anche sentito predicare, con quel suo linguaggio accessibile a tutti e al tempo stesso autorevole come quello di nessun altro. Ha percepito la potenza della parola di Gesù e si rivolge a Lui per chiedere la guarigione del suo servo. Lo fa con una fiducia straordinaria, nel senso letterale della parola, al punto che Gesù stesso commenta: “In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande!”.

  1. Cafarnao è allora il paese in cui Gesù cerca di educare alla fede in senso organico e globale. Qui Gesù dona la fede e al tempo stesso la richiede. Offre una relazione di fiducia e la suscita. Annuncia la Parola di Dio, che alimenta la fede e si offre alle persone perché instaurino con Lui una relazione di fiducia. Chiede alle persone di credere a quello che Lui dice e di fondare le proprie scelte su quello che Lui dice e in questo modo rende le persone capaci di fondare le proprie scelte e di fare le proprie scelte a partire dalla relazione con Lui.

Gesù suscita fiducia, con quello che fa e con quello che dice. Gesù chiede fiducia, per poter continuare a operare e parlare a favore degli uomini e delle donne che incontra, aprendo loro il Regno di Dio, che consiste nell’accogliere Lui e l’invito a entrare in relazione con Lui.

  1. È bene allora che anche noi ci interroghiamo sulla nostra fede e sulla nostra relazione con Gesù alla luce di questi brani evangelici letti qui, sulla riva del lago e tra le case diroccate dell’antico villaggio e sulla soglia di quella che era la casa di Simon Pietro, a due passi da dove sorgeva la sinagoga costruita dallo stesso Centurione (cfr Lc 7,5). È bene che ci chiediamo: fino a che punto ci fidiamo di Gesù e della sua Parola? Fino a che punto siamo disposti a rischiare di perdere la faccia facendo scelte personali basate sulla fiducia nella Parola di Gesù? Fino a che punto siamo disposti a mettere con fiducia nelle Sue mani la nostra vita, la vita delle persone che amiamo e la vita di tutti coloro che ci chiedono di pregare per loro e per i loro cari sia ammalati, sia con problemi?
  1. “Abbiamo faticato tutta la notte senza prendere nulla, ma sulla tua parola getterò le reti”, dice Pietro a Gesù. Qual è la rete che siamo chiamati a gettare ancora con fiducia in questo momento della nostra vita? Qual è il fallimento e il vuoto che ci pesa e che fidandoci della Parola di Gesù può essere trasformato invece in qualcosa di positivo, di straordinariamente pieno, ben al di là delle nostre aspettative?

“Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”, è la supplica del Centurione. Qual è la malattia che ci affligge, nel corpo o nello spirito o che affligge chi ci sta a cuore e non abbiamo ancora consegnato con sufficiente fede nelle mani del Signore Gesù perché la curi con una sola Parola?

  1. In questo tempo di pandemia non dimentichiamo la lezione di Cafarnao: Gesù guarisce con la potenza della sua Parola. Gesù guarisce prima di tutto da quella pandemia invisibile che angoscia anche il nostro tempo e non è il Corona virus, ma la mancanza di fiducia e conseguentemente di amore. È questo il virus che più affligge l’umanità del nostro tempo e forse anche qualcuno di noi. La mancanza di fiducia tra le persone, che porta a rinchiudersi e a erigere muri visibili e anche invisibili tra di noi. La mancanza di fiducia in Dio, che porta a vivere senza una prospettiva, senza un senso, ripiegati su se stessi. La mancanza di fiducia che ci toglie la possibilità di fare l’esperienza di essere figli dello stesso Padre e tutti fratelli tra di noi, come ci ha ricordato il successore di Pietro, Papa Francesco, nella sua ultima enciclica.
  1. Signore Gesù, qui a Cafarnao, fa’ risuonare ancora la potenza della tua Parola, che rende capaci di osare l’impossibile. Rendici capaci, come Simon Pietro, di fidarci a tal punto di ciò che ci chiedi di fare, da accettare il rischio di coprirci di ridicolo.

Signore Gesù, qui a Cafarnao, fa’ risuonare ancora la potenza della tua Parola che risana. Rendici capaci, come il Centurione, di fidarci a tal punto della tua Parola, da credere che può guarire e risanare anche quella parte di noi che sembra ormai insanabile, anche chi ci sembra umanamente perduto e irrecuperabile.

Signore Gesù, qui a Cafarnao, facci il dono di una fede semplice e profonda, ingenua e radicale nella tua Parola e nella tua persona. Una fede che ci porti a seguirti, una fede che ci porti ad amarti, una fede che ci porti a donare la vita per te spendendola per i nostri fratelli, tutti.

Amen.

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Lk 5: 1-11; Is 61.1-3; Ps 84; 1Pt 1.6-9; Mt 8, 5-17

    Dear brothers and sisters,

May the Lord give you peace!

Despite the pandemic, we are together again to celebrate the presence, preaching and wonders of Jesus in Capernaum. The passages from the Gospel that we have just read help us to understand that the presence, the preaching and the wonders performed by Jesus in this place are intended to arouse faith in people's hearts. At the same time, reading these pages carefully, we discover that people's faith propels Jesus to work, to speak, to share. The words and actions of Simon Peter and the Centurion are exemplary in helping us understand all of this.

  1. Simon Peter throws his nets after a night of useless toil, because he trusts the Word of Jesus. Jesus got into his boat, which became the place from which to announce the Kingdom of God. Peter, a few steps away from him, heard him preach, he heard words qualitatively different from those he was used to hearing every day, even in the synagogue, and for this reason, when Jesus asks him to put out into the deep and cast the nets again during the day, even when he had not managed to catch anything at night, which is the time for fishing, he accepts the risk of making a fool of himself.

The Centurion has heard of Jesus and perhaps has also heard him preach, with His language accessible to all and at the same time authoritative like that of no one else. He perceived the power of the word of Jesus and turns to Him to ask for the healing of his servant. He does so with extraordinary confidence, in the literal sense of the word, to the point that Jesus himself comments: “Truly I tell you, I have not found anyone in Israel with such great faith!”.

  1. Capernaum is then the country where Jesus tries to educate to the faith in an organic and global sense. Here Jesus gives faith and at the same time asks for it. It offers a relationship of trust furthermore which it inspires. He announces the Word of God, which nourishes faith and offers itself to people so that they can establish a relationship of trust with Him. He asks people to believe what He says and to base their choices on what He says, and in this way makes people able to base their choices and make their own choices starting from the relationship with Him.

Jesus inspires and evokes trust, with what He does and with what He says. Jesus asks for trust, in order to continue to work and speak on behalf of the men and women He meets, opening to them the Kingdom of God, which consists in welcoming Him and the invitation to enter into a relationship with Him.

  1. It is good then that we too ask ourselves about our faith and our relationship with Jesus in the light of these Gospel passages read here, on the shore of the lake and among the ruined houses of the ancient village and on the threshold of what was once the house of Simon Peter, a stone's throw from where the synagogue built by the Centurion himself stood (cf. Lk 7,5). It is good that we ask ourselves: to what extent do we trust Jesus and His Word? To what extent are we willing to risk losing face by making personal choices based on trust in Jesus' Word? To what extent are we willing to confidently place our lives, the lives of the people we love and the lives of all those who ask us to pray for them and their loved ones, whether sick or with problems, in His hands?
  1. “We have worked all night without taking anything, but at Your word I will cast the nets”, Peter says to Jesus. What is the net that we are called to cast again with confidence at this moment in our life? What is the failure and the void that weighs on us and that trusting the Word of Jesus can be transformed instead into something positive, extraordinarily full, well beyond our expectations?

"O Lord, I am not worthy for you to come under my roof, but only say the word and my servant shall be healed", is the Centurion's plea. What is the disease that afflicts us, in body or spirit or that afflicts those we care about and we have not yet delivered with sufficient faith into the hands of the Lord Jesus to cure it with a single Word?

  1. In this time of pandemic let us not forget the lesson of Capernaum: Jesus heals with the power of His Word. Jesus heals first of all from that invisible pandemic which also anguishes our time and is not the Corona virus, but the lack of trust and consequently of love. This is the virus that most afflicts the humanity of our time and perhaps even some of us. The lack of trust between people, which leads to withdrawing and building visible and even invisible walls between us. The lack of trust in God, which leads to living without a perspective, without a sense, withdrawn into oneself. The lack of trust that takes away from us the possibility of having the experience of being children of the same Father and all brothers amongst us, as Peter's successor Pope Francis reminded us in his latest encyclical.
  1. O Lord Jesus, here in Capernaum, let the power of Your Word resound again, which makes possible for us to dare to do the impossible. Make us capable, like Simon Peter, of trusting to such an extent what You ask us to do, that we accept the risk of making a fool of ourselves.

O Lord Jesus, here in Capernaum, let the power of Your healing Word resound again. Enable us, like the Centurion, to trust Your Word to such an extent that we believe that it can heal and heal even that part of us that now seems incurable, even those who seem humanly lost and irrecoverable.

O Lord Jesus, here in Capernaum, give us the gift of a simple and profound faith, naive and radical in Your Word and in Your person. A faith that leads us to follow You, a faith that leads us to love You, a faith that leads us to give our life for You by spending it for our brothers, indeed for everyone! Amen.

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