Conferenza sul fenomeno dell’Islam di Mons. Twal a San Salvatore | Custodia Terrae Sanctae

Conferenza sul fenomeno dell’Islam di Mons. Twal a San Salvatore

Nel quadro della formazione permanente dei frati francescani, dopo una conferenza di Gershon Nerel sugli ebrei messianici, è Mons. Fouad Twal, vescovo coadiutore di Gerusalemme, che è venuto, lunedì 13, a tenere una conferenza sul “fenomeno dell’Islam” presso il convento San Salvatore. Mons. Twal, giordano egli stesso, conosce bene le questioni legate all’Islam. Vescovo di Tunisi dal 1992 al 2005 e presidente della conferenza episcopale regionale del Nord dell’Africa, ha osservato e vissuto come pastore il dialogo con i musulmani.

In Terra Santa, dove d’ora in avanti sarà vescovo coadiutore del Patriarca Michel Sabbah e dove si assiste a una radicalizzazione del pensiero musulmano, ha a cuore la ricerca del dialogo tra palestinesi cristiani e musulmani. Ma nella sua conferenza, Mons. Twal ha anche inquadrato la questione dell’Islam così come essa si pone in modo particolare in Europa, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, con i concetti di libertà religiosa e di reciprocità, con il problema dell’immigrazione e dell’integrazione e con le domande sul fondamentalismo. Finalmente ha gettato le basi per le linee d’azione.

Se secondo il cristianesimo, il cristianesimo stesso esige il dialogo, secondo Mons. Twal si tratta di non sbagliarsi su ciò che si trova dietro questa parola e sul modo con cui esso viene portato avanti.

“Il dialogo non deve essere solo una ricerca di punti in comune per costruire insieme la pace”. Deve costruirsi sulla base di una solida formazione in merito alle altre religioni, all’occorrenza l’Islam. Una formazione che permetta si superare i pregiudizi, di evitare il relativismo religioso e che faccia cadere le barriere erette dalle paure ingiustificate. Una formazione inoltre che verta sull’identità cristiana stessa per un’affermazione pacifica della fede. Mons. Twal non sostiene, dato che l’Islam è in crisi, che il dialogo sia facile , ma è proprio nel momento di crisi che il dialogo è più importante.

Non sono affatto mancate le domande da parte dei numerosi fratelli venuti ad assistere alla conferenza e in modo particolare da parte degli studenti di teologia. Mentre fra Massimo della Flagellazione interrogava Mons. Twal circa il ruolo preponderante che le università potrebbero assumere nella riflessione e nel dialogo con l’Islam, fra Artemio insisteva sulla realtà della reciprocità, altri studenti chiedevano in merito alla reale possibilità di un dialogo quando nei loro abbozzi di incontri era la conversione ad essere loro proposta come riconoscimento dei loro sforzi di parlare la lingua araba.

Secondo Mons. Twal, di fronte a un miliardo 200.000 musulmani, dobbiamo compiere un salto qualitativo nel dialogo e nella fede, seminare e seminare senza sosta per porre le condizioni per un dialogo franco, aperto e rispettoso. A guisa di conclusione, ha aggiunto: “Per assicurare a tutti un avvenire di pace, oggi e per le generazioni future, abbiamo una scelta che non sia quella della convivenza e del dialogo?”

MAB